Gli acuti e il dolce, i suoni profondi e l’amaro
Gli studi dell’University of Oxford certificano quello che tutti sospettavamo: i suoni modificano la percezione dei sapori. E anche tanto, si parla del 5-10%
Di Donatella Cinelli Colombini
Charles Spence, professore di psicologia sperimentale dell’Oxford University, in una recente intervista alla radio britannica, ha spiegato l’effetto dei suoni nella percezione dei sapori. Tutti sospettavamo che un Brunello apparisse più buono ascoltando Bach …. ma ora c’è un’evidenza scientifica. << Il sapore è forse la più multisensoriale delle nostre esperienze>> ha detto Spence << tutti i sensi vengono usati contemporaneamente>>. Il suono, a suo avviso, ha un’influenza del 5-10% sulla percezione di ciò che viene messo in bocca. La futura ricerca è stata battezzata <<synesthetic sounds>> e valuterà come certi suoni accrescono il piacere di specifici alimenti oppure si combinano con l’esperienza del cibo <<come mangiare pesce sulla riva del mare>>.
Charles Spence guida il laboratorio, dell’University of Oxford, in cui viene studiato come le persone percepiscono il mondo intorno a loro. In particolare Spence si interessa ai processi cognitivi che dipendono da tatto, odorato, vista, gusto e udito cercando di capire come tutti i sensi interagiscono fra loro. I risultati dei suoi studi sono rivoluzionari. Ecco i titoli di alcuni dei suoi ultimi articoli fra i 500 che ha pubblicato in 15 anni di attività <<Quando la forma del bicchiere influenza il gusto di una bevanda colorata: Evidenze dai consumatori di tre continenti>> <<La pelle come mezzo per la sostituzione sensoriale>>.