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Barolo, Chianti … come difendere i marchi del vino

E’ possibile difendere il marchio dei grandi vini italiani oppure dobbiamo rassegnarci a scippi come lo Champagne made in USA? La parola agli esperti

Come-difendere-i-marchi-dei-vini-Pierstefano- Berta

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Di Donatella Cinelli Colombini, cantine, agriturismo in Toscana

Le immagini del pranzo di insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca con il brindisi di Champagne Korbel’s Special Inaugural Cuvée della California, hanno fatto agitare non poco i produttori Francesi. <<E’ legale>> dicono i tecnici <<Korbel usa la parola Champagne da prima del 2006 e quindi può continuare a scriverla sulle etichette>>. Sarà anche legale ma è sicuramente di estremo cattivo gusto!
Questo è un esempio di quanto sia difficile difendere i marchi delle denominazioni fuori dai confini europei. Se i francesi , con la forza di un governo che ha sempre considerato i vini come un patrimonio nazionale quasi sacro, sono riusciti a attuare una politica difensiva efficace, noi italiani dobbiamo ricorrere al “fai da te”. Bisogna ricordare che le denominazioni sono protette in Europa ma fuori dell’UE il loro valore legale è praticamente inesistente e questo innesca problemi enormi. Ecco la necessità di un manuale come “ Il vino e i marchi ” (Edizioni OICCE, pp. 320, 25€) di Maria Cristina Baldini e Pierstefano Berta che è stato recentemente presentato a Roma alla Camera dei Deputati.

Il vino e i marchi, di Maria Cristina Baldini e Pierstefano Berta

Il vino e i marchi, di Maria Cristina Baldini e Pierstefano Berta

Il libro è destinato soprattutto alle cantine e fornisce spiegazioni e esempi reali a cui fare riferimento per difendere il proprio marchio. Nella parte dedicata ai brand delle denominazioni, evidenzia la necessità di usare due binari paralleli la tutela “pubblicistica” della denominazione e quella “privatistica” attraverso la registrazione del marchio collettivo. Un percorso complicato ma con seri vantaggi. Basta ricordare i famigerati wine kit venduti via internet con le istruzioni per produrre vino in casa. Per risolvere problemi del genere avere un marchio registrato è indispensabile, così come è indispensabile per contrastare l’uso improprio del nome del vino in altri generi merceologici, dalle scarpe, alla pasticceria.