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TURISMO DEL VINO E AMBIENTALISMO 6

Essere bio-Biodinamico, fare scelte etiche, offrire ai visitatori colonnine di ricarica per auto elettriche, accrescono l’attrattiva delle cantine turistiche

 

Fattoria del Colle - chef Antonio nell'orto 2020

Fattoria del Colle – chef Antonio nell’orto 2020

di Donatella Cinelli Colombini

La sensibilità ambientale cresce ovunque come generica aspirazione a un mondo pulito e come consapevolezza di quanto ognuno, con i suoi comportamenti e le sue scelte alimentari, può contribuire a determinare il futuro del pianeta. Questo si traduce nella maggiore richiesta dei prodotti e dei servizi che derivano dalla stessa etica.
Si tratta di atteggiamenti sempre più diffusi fra i wine lovers che talvolta conducono a posizioni integraliste di aperta contestazione verso i vignaioli che praticano viticultura convenzionale. A seguito di questo sentiment, è cresciuto l’interesse per i vini “senza mani” dove l’intervento dell’uomo è ridotto al minimo in vigna e soprattutto in cantina, l’apprezzamento per i vitigni in estinzione oppure per le pratiche enologiche antichissime o per altre scelte produttive che spesso estremizzano la diversità.

 

QUANTO CONTA ESSERE BIO-BIODINAMICI-ETICI NEL TURISMO DEL VINO

Sperare che l’ambientalismo non avrà pesanti effetti sulle prospettive di vendita del vino e di visita dei luoghi del vino è pura illusione. Già adesso essere BIO o Biodinamici, fare scelte etiche nei confronti dei lavoratori, delle comunità locali e persino dei visitatori, offre dei vantaggi competitivi, quando si è capaci di comunicarlo efficacemente.

Turismo del vino e ambientalismo, animali - Fattoria del Colle, ingresso di cantina con cuccia dei gatti

Turismo del vino e ambientalismo, animali – Fattoria del Colle, ingresso di cantina con cuccia dei gatti

L’azienda che mostra di sentire la responsabilità sociale verso chi è svantaggiato con azioni di charity, volontariato, attenzione ai disabili, i contributi formativi dedicati ai bambini -come l’orto didattico- è molto più apprezzata di un tempo.
Ma nell’epoca della comunicazione fare non basta, è necessario far sapere. Come la moglie di Cesare che <<non solo deve essere onesta ma anche apparire onesta>>, allo stesso modo, per accrescere il proprio appeal turistico, le scelte ambientali e etiche devono essere percepite dai consumatori e visitatori attraverso il sito, i canali social, la comunicazione, i cartelli all’interno dell’azienda, le spiegazioni durante le visite enoturistiche … collegandosi a comportamenti coerenti con gli stessi messaggi. Essi sono tanto più visibili e percepiti quanto maggiormente coinvolgono i visitatori. Fanno parte di questa logica le colonnine per la ricarica delle auto elettriche, oppure l’orto con essenze autoctone che vengono fatte assaggiare come esperienze didattiche affinchè i visitatori diventino strumenti della loro sopravvivenza. Sul lato opposto usare piatti o bicchieri di plastica monouso in un’azienda biologica appare una scelta incoerente che getta un’ombra di dubbio su tutto il resto. L’attenzione maggiore dei visitatori va all’uso corretto dell’acqua e dell’energia ad esempio utilizzando lampadine a basso consumo o meccanismi che spengono gli impianti quando nessuno li adopera, gli alimenti a km 0 e di stagione, il riuso degli scarti e il riciclaggio, così come l’assenza di emissioni.