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Rosato da moda a denominazione

I produttori del Garda chiedono la  Doc Chiaretto. Il rosato è di moda e diventa più chiaro e più buono, finalmente inizia a piacere anche agli italiani

Rosato da moda a denominazione

Rosato da moda a denominazione

Di Donatella Cinelli Colombini, Fattoria del Colle, Rosa di Tetto IGT

Il rosato è di moda e il marcato chiede bottiglie più buone ed è disposto a pagarle di più, E i produttori italiani, consapevoli di non poter competere sul prezzo con gli spagnoli, stanno investendo sul miglioramento qualitativo dei loro rosè. Tuttavia metà del rosato nostrano va all’estero, i rimanenti per 2/3 vengono venduti in supermercato (+5,2% di business nel 2015). Alla fine, rispetto alla moda mondiale dei rosati, da noi è calma piatta: molti articoli e eventi, buona volontà individuale ma manca una strategia unitaria di marketing e comunicazione capace di fare la differenza e competere con i francesi che invece marciano a ranghi compatti.

Ma forse le tre maggiori zone di produzione vogliono provare a fare squadra: Garda, Abruzzo e Puglia.

Rosexpo rosato da moda a denominazione

Rosexpo rosato da moda a denominazione. Foto di R.Garofano

Del resto Jean Marc Ducasse, manager del Pink Rosè Festival di Cannes che, con i suoi 78 buyer, si sta affermando come la borsa dei vini rosati, ha dichiarato che i compratori esteri hanno proprio chiesto più rosati italiani nell’edizione 2018.
Il presidente del Consorzio Valtènesi Alessandro Luzzago ha tetto a Trebicchieri <<L’Italia ha bisogno di un grande gruppo che traini la crescita dei rosati>> l’idea è quella di puntare sui vitigni autoctoni con peculiarità da spendere come il Groppello e il Negroamaro. In altre parole bisogna smettere di pensare al rosato solo come un vino di moda e legarlo ai territori con caratteristiche uniche.

Rosato, il vino dei giovani

Rosato il vino fresco e spensierato dei giovani che in Italia non sfonda e invece in Francia va fortissimo 

Vino rosato

Vino rosato

Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino, Casato Prime Donne

L’Italia in Rosa 2016 a Moniga del Garda ha messo a segno un successo senza precedenti con 130 produttori e oltre mille visitatori ma soprattutto ha aperto una finestra su una tipologia di cui si parla molto e si conosce poco: il rosato. Federico Latteri ha scritto un dettagliato resoconto su Cronache di Gusto dal quale ho attinto con aggiunte e commenti di altra fonte.
Il consumo di rosati nel mondo è di 22,7- 24 milioni di ettolitri cioè circa il 9% del totale. La moda del rosato cresce, non c’è alcun dubbio, persino lo Champagne rosè va forte. Solo in Italia i consumi sono in calo. Gli aumenti più consistenti sono in Regno Unito, Svezia, Canada e Hong Kong e in Francia dove, fra il 2002 e il 2004 ha segnato un +43%.
Il Paese che consuma una maggior quota di vini rosati sul totale dei vini fermi è il Brasile (25%) seguito dalla Francia e sorprendentemente dalla Cina con il 18%.

vino rosato

vino rosato

Il successo del rosato va messo in diretta correlazione con una nuovo stile di vita in cui sono diventati frequenti i pasti veloci, freddi, multietnici, da accompagnare a vini poco complicati come appunto sono i rosati. E’ insomma un vino friendly, la cui immediatezza e piacevolezza sono forse alla base dell’apprezzamento dei giovani.
In effetti il grafico presentato da OIV mostra come, in tutto il mondo, i consumatori di rosato siano i giovani sotto i 25 anni. Con il crescere dell’età questa predilezione cala visibilmente come se il rosato si associasse a uno stile di consumo spensierato e festaiolo tipico dei teenager.