Fine di un sogno: a Siena chiude il Santa Maria della Scala
E’ stato il più antico ospedale europeo e doveva diventare un polo culturale più grande del Louvre nel cuore della città gotica più importante del mondo
La chiusura del Santa Maria della Scala è una catastrofe annunciata ma anche la fine di un sogno. Il sogno di Siena che costruisce il suo futuro nei luoghi e sui valori del suo passato.
40.000 m2 su sette livelli, uno scrigno di opere d’arte con una storia che inizia prima del Mille lungo la Via Francigena. Accoglieva i pellegrini e allevava, fino all’età adulta, i “gettatelli” cioè i bambini abbandonati. Quasi una città dentro la città con possedimenti terrieri immensi e un complesso edilizio enorme che aveva all’interno una strada coperta, chiese, stalle, cortili, carnai (fosse comuni) …. persino un “deposito valori” per i pellegrini che andavano verso Roma.
Successivamente era stato trasformato in Ospedale (Italo Calvino è morto qui) e poi in complesso museale con il pellegrinaio affrescato da Domenico di Bartolo, il Museo archeologico, l’esposizione del Tesoro cioè dei reliquiari, l’Ortatorio di Santa Caterina della notte con le memorie della Patrona d’Europa, il fienile con i marmi originali della Fonte Gaia di Jacopo della Quercia, la cappella del Manto con gli affreschi di Beccafumi…. A questi erano stati aggiunti il centro per l’arte contemporanea e il Museo d’arte per i bambini, le sale convegni, il book shop e la biblioteca dello storico d’arte Giuliano Briganti.