Dopolavoro La Foce perché nella doc Orcia si mangia meglio
Orcia il vino più bello del mondo ha un territorio ricco di paesaggi, piccole città d’arte e ristoranti eccellenti come il Dopolavoro La Foce. Venite
Di Donatella Cinelli Colombini, Orcia DOC, Cenerentola
La storia comincia nel 1924 quando i Marchesi Antonio e Iris Origo acquistano l’azienda agricola La Foce in Val d’Orcia con il castello trecentesco e la villa in cui fanno realizzare un parco spettacolare dall’architetto inglese Cecil Pinsent (1927-39). Il territorio è poverissimo e gli Origo sognano di migliorare la situazione agricola e le condizioni di vita dei contadini. Nascono un asilo, la scuola, l’ambulatorio medico e il Dopolavoro dove gli operai dell’azienda mangiano, assistono a spettacoli teatrali, film e giocano a bocce all’ombra dei tigli. Per quell’epoca è qualcosa di
rivoluzionario e i contadini fanno chilometri a piedi, da tutta la Valdorcia, per andarci. Un vento di novità che arriva da Iris, discendente da una ricca famiglia di filantropi newyorkesi e da un Lord pari d’Irlanda.
Ma durante la seconda guerra mondiale, lei è veramente in pericolo. Nonostante questo rimane alla Foce e difende la popolazione. Il suo diario “Guerra in Val d’Orcia” è fra i libri più belli e veri sull’ultimo conflitto.
Recentemente, Benedetta Origo, il marito violinista Alberto Lysy e i figli Antonio, Giovanna e Simonetta (rispettivamente la seconda e terza generazione Origo in Valdorcia) hanno trasformato La Foce in un luogo di cultura con il festival estivo “ Incontri in Terra di Siena” che propone concerti utilizzando i rapporti di una famiglia di artisti di statura internazionale.