Dal verderame all’acqua ossigenata per la peronospora
La lotta alla peronospora delle viti è curiosa; il verderame era usato contro i ladri d’uva e l’acqua ossigenata esce dal bagno di casa e va nei vigneti
di Donatella Cinelli Colombini
A volte la storia della viticultura e le nuove scoperte sono così sorprendenti da lasciare interdetti. Leggo su Trebicchieri, settimanale economico del Gambero Rosso, due articoli che mi hanno davvero incuriosito e qui vi riassumo invitandovi a consultare spesso questo ottimo periodico di informazione sul vino.
LA STRANA STORIA DELL’ANTIFURTO DELL’UVA CHE DIVENTA IL RIMEDIO CONTRO LA PERONOSPORA
Il primo articolo è di Attilio Scienza, superdocente di viticoltura, o meglio di viticultura, all’Università di Milano, che racconta come il verderame diventò il primo sistema per combattere la peronospora. Ci sono due premesse: il metallo rame è usato dall’uomo per la produzione di suppellettili e armi fino da 4.000 anni fa. Dalla fine dell’Ottocento è iniziato il suo uso come battericida e fungicida su viti, patate e pomodoro. Purtroppo la sua natura di metallo pesante lo rende anche tossico per il terremo e quindi l’UE ne ha limitato l’uso nei vigneti a 28 Kg nell’arco di 7 anni. La notizia curiosa è come nasce l’impiego del rame in viticultura.
Nella regione di Saint Julien a Bordeaux lo Chateau Ducru-Beaucaillou subiva continui furti d’uva nella parte più vicina alla strada. Il responsabile dell’azienda Ernest David decise dunque di contrastare l’azione dei ladri imbrattando le viti più depredate con un miscuglio dal colore blu poco invitante a base di acetato basico di rame mescolato con calce. I furti cessarono.
VERDERAME, POLTIGLIA BORDOLESE E POMPE DA RAMATO
Erano gli anni in cui la peronospora, fungo arrivato dall’America e identificato per la prima volta in Francia nel 1878, era il maggior problema dei vignaioli.