MA LE PALLE NO
ANTONELLA D’ISANTO CI RACCONTA LA STORIA DI UNA PAROLACCIA CHE SEMBRA AVERE RIFERIMENTI SESSUALI ED INVECE ….VIENE SPESSO USATA A SPROPOSITO PER LE DONNE
di Antonella Anniotti D’Isanto
Ammetto che io stessa sono stata, in tempi passati, una dispensatrice di parolacce! Le palle e le scatole erano un intercalare diffuso. Me ne dolgo, non era elegante, ma mi trinceravo dietro queste per chiudere i discorsi e le eccezioni. Negli anni ho ridimensionato l’uso. Ho riflettuto sull’uso, sempre più diffuso, di intercalare i nostri discorsi con amene imprecazioni di varia natura. In tema di linguaggio, quando si passa dall’infanzia all’adolescenza, ci si trova, per emulazione, costretti ad usare espressioni forti per non sentirsi diversi dagli altri.
Nella maturità si sfrutta il turpiloquio per imporsi sugli altri, collocando la trivialità verbale in una forma di quasi conformismo. Credo che le parolacce, per certi aspetti, siano una pesante manifestazione forza, una forma di vessazione, una violenza verbale che riteniamo “incolpevole”, dimenticando che il turpiloquio è sanzionato dall’art 726 del c.p.