Vendita delle cantine: compratori all’assalto
Mai prima d’ora il numero delle compravendite di cantine importanti è stato così grande e i prezzi così alti. L’ultima è Bel Air a Bordeaux

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Di Donatella Cinelli Colombini, cantina e agriturismo in Toscana
“Tutte le proprietà prima o poi vengono vendute” ci disse Bill Thomson di Knight Frank durante Wine2wine.
E’ triste ma è vero.
Il Castello di Brolio rimasto della stessa famiglia dal 1141 è l’eccezione che conferma la regola e infatti Francesco Ricasoli 32° Barone di Brolio, è a capo della quinta impresa familiare più vecchia del mondo. Tutte le altre proprietà enologiche sono passate di mano più e più volte nel corso degli anni. Ci sono stati momenti di grande cambiamento a seguito delle guerre e con l’industrializzazione che ha letteralmente svuotato le campagne, ma negli ultimi mesi la corsa all’acquisto delle cantine è ripresa come una specie di corsa all’oro. Cifre da capogiro che hanno convinto a vendere anche chi non ne aveva voglia innescando un vortice di acquisti che nessuno aveva mai visto prima. L’ultima è il Domaine de Bel Air a Bordeaux (produce vino dal 1627) comprata dal gruppo cinese Golden Field che possiede 4.000 ristoranti. Recentemente 160 cantine di Bordeaux sono state acquisite dal dragone asiatico.

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Intenti speculativi in uno dei settori dove i valori immobiliari continuano a crescere ed è il caso degli investimenti sull’Etna e in Cornovaglia per la produzione di bollicine inglesi oppure nell’Oregon per piantare Pinot Noir. Grandi brand del vino che cercano di allargarsi in tutti i territori dei vini destinati allo stesso target come le cantine dell’Amarone che hanno fatto shopping a Montalcino oppure a Bolgheri. Ma c’è di più in questo vortice mondiale di acquisti sempre più numerosi e più cari: banche, fondi d’investimento…. sembra quasi che ogni miliardario e ogni celebrità del cinema debba avere la propria etichetta di vino.