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SCOPERTA L’ORIGINE DELL’UVA DA VINO

La pianta capostipite delle nostre viti deriva da un’unica ibridazione in Georgia da cui nacquero 4 ceppi diffusi 4.000 anni fa in Italia e 2.000 anni dopo in Europa

 

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di Donatella Cinelli Colombini

L’Istituto di genomica applicata IGA dell’Università di Udine diretto da Michele Morgante ha identificato i geni che segnano il passaggio da vite selvatica a pianta coltivata. Lo studio “The genomes of 204 Vitis vinifera accessions reveal the origin of European wine grapes” è stato pubblicata dalla rivista scientifica “Nature Communications”.
Alcuni studi precedenti affermavano l’esistenza di due episodi di addomesticamento della vite uno in Oriente e un altro in Europa. In realtà non è andata così anche se il luogo di uno degli eventi era stato correttamente identificato nel Caucaso cioè nell’attuale Georgia. Morgante ha esaminato oltre 200 varietà di vite riuscendo a capire che il passaggio da vite selvatica a vite coltivata è avvenuto un’unica volta ed ha condotto prima alla produzione di uva da mangiare – uva da tavola – e successivamente a uva da vinificare. Solo dopo l’addomesticamento della specie le viti si sono diffuse in Europa. Quinti le varietà che conosciamo hanno un solo capostipite uguale per tutte. Una sorta di Adamo ed Eva del vino.
Da questo capostipite derivano 4 ceppi principali. L’Italia è “l’unico Paese nel cui patrimonio varietale di vite da vino si ritrovano rappresentati in maniera significativa tutti e quattro questi contributi ancestrali” ha detto il Professor Morgante spiegando perché il nostro Paese ha un numero di varietà autoctone molto superiore a ogni altra Nazione. Evidentemente i 4 ceppi originari si sono incrociati in vario modo fra loro e con viti selvatiche locali dando origine 545 vitigni autoctoni diversi.