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La mineralità del vino deriva dai batteri e non dal terreno

La mineralità del vino dipende da più composti chimici volatili che interagiscono fra loro e non da uno solo. Esclusa l’origine dal terreno; fine di un mito! 

Excell Ibérica che ha studiato la mineralità nel vino

Excell Ibérica che ha studiato la mineralità nel vino

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Forse è arrivata una prova della vera origine della minaralità.
Quello che il Professor Attilio Scienza, la Master of Wine Sally Easton e moltissimi altri esperti sostengono da tempo sembra definitivamente confermato da un ricerca spagnola: la credenza tradizionale che l’attribuiva ai minerali presenti nel terreno della vigna è del tutto sbagliata. La composizione chimica del suolo non c’entra niente. Invece

Valle del Reno zona nota per la mineralità dei vini

Valle del Reno zona nota per la mineralità dei vini

pare accertato che una serie di composti dall’odore e dal gusto minerale derivino dal metabolismo delle viti, dai lieviti indigeni e dagli atri batteri, oltre che dalle pratiche di cantina.
La notizia diffusa da Drinks Business ha fatto subito il giro del mondo. Sembra dunque arrivata a una svolta l’annosa diatriba sull’origine di quel carattere minerale che per i vini pregiati, soprattutto nel mondo anglosassone, sembra necessario per ottenere l’apprezzamento dei palati più fini. Il collegamento della mineralità al patrimonio microbiologico potrebbe inoltre spiegare il motivo per cui, questo carattere, è particolarmente presente in certe regioni e non in altre come in molte aziende storiche. Evidentemente fa parte dell’impronta digitale di un territorio e il concetto di terroir va rivisto aggiungendo il patrimonio biologico identitario agli elementi che lo componevano precedentemente cioè: terreno, clima e cultura vitivinicola della popolazione.

La mineralità: lieviti non terroir

Moltissimi ormai escludono il collegamento fra la mineralità e il terreno dei vigneti e credono che siano invece i lieviti a dare il sentore di pietra focaia

Chablis

Chablis

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Più aumenta la moda dei caratteri minerali, specialmente nei Paesi di lingua inglese, più crescono le ricerche sulla sua origine. Tutte le cantine vorrebbero infatti dare un tocco di mineralità ai loro vini ma, finché la causa resta sconosciuta, sarà difficile riuscire ad aumentarlo. La convinzione che prende sempre più consistenza è l’esclusione del terreno, cioè di quello che, storicamente, veniva messo in relazione con la mineralità. L’opinione che le pietre diano sapori e profumi al vino fa sorridere gli studiosi. <<With the odd and fairly

Barry Smith della London’s School of Advanced Study

Barry Smith della London’s School of Advanced Study

irrelevant exceptions like sodium chloride, by and large, minerals have no taste.>> ha dichiarato Alex Maltman, geologo della Aberystwyth University <<con l’eccezione quasi irrilevante del cloruro di sodio, i minerali non hanno sapore>>, della serie prova a metterli in bocca e vedrai! L’argomento parte dunque con una presa di posizione ferma e, direi, rivoluzionaria del mondo scientifico rispetto alla convinzioni più diffuse fra gli assaggiatori.