#MeToo una rivoluzione rosa: dal cinema al calcio all’economia
La squadra di calcio femminile USA fa causa alla sua federazione per discriminazione. Un film su Ruth Bader Ginsburg. 1.330.000 imprese rosa in Italia
Di Donatella Cinelli Colombini
La nazionale di calcio USA vincitrice dei mondiali ha presentato un’azione legale alla corte distrettuale di Los Angeles, accusando di «discriminazione di genere istituzionalizzata» la sua federazione sportiva, United States Soccer Federation, ed ha denunciato pubblicamente la disparità fra uomini e donne nelle buste paga, ma anche altri aspetti della vita sportiva delle atlete come i campi in cui giocano, i trattamenti sanitari e le peggiori condizioni di viaggio durante le trasferte. Tutto questo nonostante la squadra femminile sia ben più popolare di quella maschile, con l’attaccante Alex Morgan che è una delle atlete più apprezzate e tifate dal pubblico.
#metoo dal cinema alla parità fra i generi nella società
#MeToo #metoo dal 2017 è l’hashtag della lotta contro le molestie sessuali che attraverso i personaggi dello spettacolo ha avuto un’enorme visibilità producendo un reale cambiamento nella società. Ma il cinema ha dato un altro importante contributo alla parità fra i generi.
Una giusta causa, film su Ruth Bader Ginsburg
“Una giusta causa”, un film appena uscito e dedicato a Ruth Bader Ginsburg 86enne da 26 anni giudice della corte suprema americana, un’icona pop, conosciuta con il nickname The Notorius R.B.G. Nata a Brooklyn nel 1933, da genitori ebrei immigrati dalla Russia, RBG fu dagli anni ’50 in poi, un’apripista nella lotta per la parità di genere. Nonostante il suo talento, viene però rifiutata da tutti gli studi legali solo perché donna. Sostenuta dall’avvocato progressista Dorothy Kenyon, accetta un controverso caso di discriminazione di genere. Contro il parere di tutti, Ruth vince il processo che determina un precedente nella storia legale statunitense. Oggi la sua storia è un film con Felicity Jones.