Enoteca Italiana addio
L’unico Ente italiano preposto alla valorizzazione del vino all’estero chiude i battenti. Un altro pezzo di Siena che finisce in una città sempre più povera
Di Donatella Cinelli Colombini
I senesi la considerano un wine bar piuttosto invecchiato. Pochi sanno, in città, dell’enorme ruolo avuto dall’ Enoteca Italiana nella diffusione del vino italiano in Germania, Russia, Polonia….. e più recentemente in Cina. Sono certa che rimarrebbero sorpresi vedendo, come è capitato a me, un manifesto dell’Enoteca, con le principali denominazioni disegnate sulla carta italiana esposto in un ristorante di Bauru nuova città del Brasile che solo chi fa un’azione di marketing straordinariamente capillare va a visitare. Questa era l’Enoteca Italiana.
Ha fatto da incubatore alle DOC e a Vinitaly con la Mostra mercato dei vini tipici e di pregio italiani, (1933) e successivamente alle Città del vino, alle Donne del vino, al Movimento del Turismo del vino ….. quando l’Italia doveva essere presente, con i suoi vini, a qualche grande evento internazionale come l’Expo o le Olimpiadi erano gli uomini dell’Enoteca a partire. Così come era l’Enoteca Italiana a seguire le azioni nazionali di contrasto all’abuso d’alcol dei giovani (ricordate le “Viniadi”?) e soprattutto a spiegare i vini italiani ai grandi buyers esteri compresi i monopoli canadesi e scandinavi.
Insomma un susseguirsi continuo di missioni all’estero, pubblicazioni ( va ricordato l’Atlante dei Territori del Vino Italiano del 2013) convegni, incontri …..