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Ministra Teresa Bellanova fra speranze e timori

L’hanno attaccata subito con ferocia ma a noi agricoltori non interessa come si veste bensì quello che Teresa Bellanova sarà capace di fare come Ministra

di Donatella Cinelli Colombini

Ministra-Teresa-Bellanova

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Cara Ministra Bellanova, lei ha tutto il diritto di vestirsi come vuole. Chi ha criticato il suo vestito azzurro della cerimonia di giuramento, ha fatto una cosa inutile, cattiva e sbagliata. Anch’io sono grassottella ma non faccio l’indossatrice e vengo giudicata su quello che dico e che faccio non dal look.
Oppure per avere un ruolo nella società e nel lavoro bisogna assomigliare alle veline?

TERESA BELLANOVA  DA BRACCIANTE A MINISTRA

Non è colpa sua se non ha un titolo di studio. Andare a lavorare a 14 anni, non è un demerito. Se mai devono vergognarsi quegli sfaticati che parcheggiano a scuola e poi all’ università per anni senza imparare niente perché tanto c’è la paghetta dei genitori che dura fino a 35 anni!
Anzi, non mi meraviglierebbe scoprire che Teresa Bellanova, sul diritto del lavoro, è più ferrata di un avvocato giuslavorista.

LA DIFFICOLTA’ DI DIFENDERE GLI INTERESSI ITALIANI A BRUXELLES

Il problema è un altro: quando andrà a Bruxelles a trattare con i ministri dell’agricoltura francesi, tedeschi, polacchi, olandesi … che magari parlano inglese e francese, ma soprattutto sono spalleggiati da ottimi staff tecnici dei loro ministeri, la nostra Teresa riuscirà a difendere gli interessi delle 600.000 imprese agricole italiane?
Purtroppo il Mipaaft – Ministero dell’agricoltura negli ultimi 20 anni ha accumulato una dirigenza con molte relazioni politiche e deboli competenze tecniche. Le cose sono andate sempre peggio con una progressiva difficoltà nella redazione delle normative e dei bandi e autentici pastrocchi tipo il bando OCM di tre anni fa con le graduatorie cancellate e rifatte oppure la dematerializzazione dei registri del vino SIAM che doveva alleggerire il lavoro burocratico delle cantine e invece l’ha raddoppiato per cui, a distanza di due anni, il sistema governativo non dialoga ancora con quello della Repressione Frodi e della certificazione biologica.