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I millennials rivoluzionano le degustazioni di vino

Napa è il passato, l’Oregon il futuro. La degustazione sacrale in cornici dorate è finita, oggi piacciono le esperienze divertenti, informali e formative

 

Wine-Experience-degustazione-New-York

Wine-Experience-degustazione-New-York

Di Donatella Cinelli Colombini

Ricordate le Mercedes nere con autista che portavano i clienti vip nelle cantine per assaggiare in anteprima e in situazioni esclusive e scintillanti? Dalla California arriva la notizia <<It’s over!>> <<E’ un mondo finito>>.

<<The typical wine tasting has changed as our relationship to wine has changed>> <<La tipica degustazione è cambiata così come la nostra relazione con il vino>>, ha detto a Kathleen Willcox di Wine Searcher l’esperto di tendenze vinicole Daniel Levine. Le degustazioni tradizionali sono troppo ovvie. Il vino è infatti una delle prime cose di cui gli americani sono diventati intenditori ma non è più l’unica, ora sono assaggiatori di caffè, cioccolato, birra artigianale

 

Oregon nuova star dell’enoturismo

Napa-Valley-Opus-One-ViolanteGardini

Napa-Valley-Opus-One-ViolanteGardini

La zona del nuovo turismo del vino è l’Oregon: stile più informale e rilassato, incontro con i produttori, ambienti autentici del lavoro agricolo. Insieme ci sono location più sofisticate ma sempre uno stile più orientato a offrire ai turisti esperienze vere, divertenti e formative. La parola chiave sembra essere “interattività” perché i wine lovers millennials chiedono seminari in cui imparare spensieratamente, così come esperienze partecipate, tipo la lezione di yoga nella vigna seguita da un buon calice. Ma tutto arriva in internet un minuto dopo.

 

Flussi e business del turismo del vino

Numeri da capogiro: fino a 800 persone in un solo giorno e dai 250.000 ai 300.000 turisti del vino all’anno nelle cantine più organizzate.
Anche le regioni vinicole meno reputate stanno salendo sul treno dell’enoturismo esperienziale. In Pennsylvania, le visite in cantina sono aumentate del 34% negli ultimi anni grazie a una varietà di proposte che vanno dalla “degustazione con delitto” alle torte al cioccolato e naturalmente allo yoga. Alla fine, mentre il business enoturistico calava a Napa, l’Oregon, nell’arco di tre anni, lo raddoppiava portandolo a 787 milioni di Dollari (studio condotto dalla Oregon Wine Board). E’ anche vero che il cambio del gusto dei consumatori verso vini meno alcolici e più fruttati ha favorito i Pinot Noir dell’Oregon rispetto ai poderosi rossi californiani, i cui produttori, tuttavia, non si danno per vinti.