Sempre più viti nel patrimonio dell’umanità Unesco
Lo zibibbo di Pantelleria come i vigneti delle Langhe come la Val d’Orcia del Brunello e della Doc Orcia sono patrimonio della cultura dell’umanità
Di Donatella Cinelli Colombini
Un grandissimo passo avanti nel riconoscimento del valore della cultura materiale e una rivincita di noi gente della campagna. Ve lo dice una laureata in storia dell’arte medioevale che ha sempre guardato l’iscrizione nel patrimonio dell’umanità Unesco come uno strumento di salvaguardia da riservare alle espressioni più alte della civiltà umana. Per questo mi avevano sempre sbalordito certe scelte bislacche: nel 1995 entra fra i siti Unesco Crespi d’Adda mentre Assisi, con il convento di San Francesco dove ci sono gli affreschi di Cimabue, Simone Martini e Giotto … solo 5 anni dopo. Meglio tardi che mai come invece è successo per Napoli, Palermo e Bologna. Si perché la Vucciria, Palazzo dei Normanni, Maschio Agioino, Capodimonte, San Petronio, le torri Garisenda e Asinelli … te li aspetteresti nel patrimonio dell’umanità Unesco così come il Palio a cui fu negato il riconoscimento solo per un’impuntatura dell’allora Ministro Vittoria Brambilla.