Pètrus il più famoso Merlot del mondo
Aneddoti personali e storia di Château Petrus, il mito del Merlot perfetto che snobba e supera le classificazioni di Bordeaux senza avere neanche il castello
di Donatella Cinelli Colombini
Sono cresciuta in una famiglia di produttori di vino di Montalcino, ma nel 1998, quando i miei genitori mi donarono la Fattoria del Colle e il Casato in Toscana perché le ristrutturassi e vi creassi le cantine dove realizzare i miei sogni, non mi sentivo pronta a questo compito e andai a fare 3 corsi alla Facoltà di enologia dell’Università di Bordeaux. Fu come ritornare giovane. Ogni mattina, io e gli altri corsisti produttori e enologi toscani, partivamo in bus con lo zainetto sulle spalle e passavamo ore nei banchi ascoltando le lezioni e facendo le degustazioni sui vini rossi da invecchiamento. Nel pomeriggio ci portavano nelle cantine … e che cantine! Visitammo Haut Brion insieme al Professor Yves Glories che ne era il consulente e ci guidò in una verticale di 5 annate.
DONATELLA CINELLI COLOMBINI A PETRUS
Un pomeriggio umido e freddo, scendendo dal pullman ci trovammo in un vigneto appena potato accanto a un edificio basso, bianco e lungo, aperto da finestre. In alto c’era la scritta Pètrus. In un primo momento rimasi sbalordita, mi sembrava impossibile. Mi aspettavo un castello grandioso e protetto da mura merlate …. Commisurato alla fama di quella cantina. Invece era una sobria costruzione orizzontale molto aristocratica ma piccola. Per me Pètrus era associato a un altro mito John Kennedy, il presidente USA giovane, colto e raffinato che prediligeva, fra tutti i vini di Bordeaux, questo Pomerol.
Qualche anno prima, quando una bottiglia di Brunello di mia madre, firmata dal baritono Renato Bruson che aveva cantato a Montalcino, era riuscita a superare Pètrus in un’asta milanese io avevo fatto salti di gioia. Per me Pètrus era un autentico mito. Arrivando davanti a quella cantina ero così eccitata che telefonai a mio marito, che lavorava in banca in Italia, per condividere la gioia ma anche per farlo morire d’invidia.