Ma il vino CULT è una selezione esclusiva o no?
Nel 2000 la parola CULT indicava i Cabernet californiani più esclusivi e costosi ora c’è chi cerca di appropriarsene e ci sono vini CULT da 15$

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Di Donatella Cinelli Colombini
Il nome “vino cult” così come “supertuscan” sono stati creati per riassumere concetti complessi. Nel caso dei vini toscani, il termine indicava l’aspirazione all’alta qualità e a un linguaggio più internazionale. Tuttavia la scelta di uvaggi e sistemi produttivi diversi da quelli dei disciplinari DOC-DOCG relegavano queste bottiglie nella tipologia “vino da tavola” benché spesso fossero molto care. Dalla contraddizione fra il valore del vino e la sua tipologia scaturì la necessità di trovargli un nome che ne esaltasse le caratteristiche.
INIZIALMENTE I VINI CULT ERANO I CABERNET CALIFORNIANI PIU’ ESCLUSIVI
Per i vini CULT è successo qualcosa di simile: alla fine degli anni ’90 il termine si riferiva ai Cabernet di Napa Valley prodotti in piccole serie esclusive. Il 30 aprile 2000 Wine Spectator uscì con una cover story intitolata “The Rise of California’s Cult Wines”. L’immagine in copertina si collegava a un articolo su nove cantine fra cui Harlan Estate, Screaming Eagle, Shafer

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Vineyards e Colgin.
L’UTILIZZO DEL TERMINE CULT PER BOTTIGLIE A BUON MERCATO
Con il tempo, il termine CULT wine è stato utilizzato anche per vini meno prestigiosi fino ad arrivare a bottiglie sotto i 15 Dollari creando confusione ma anche reazioni polemiche finché la questione è arrivata in tribunale. In aula si troveranno di fronte l’Appellation Trading Company e la cantina californiana Salvestrin che vuole usare il termine in esclusiva e ha una linea di vini chiamata appunto Cult Wine.
Per la verità non si tratta delle sole bottiglie con il nome CULT in etichetta, come ha ben spiegato W. Blake Gray nel suo articolo per WineSearcher. Il primo è il Cult Cabernet della cantina Beau Vigne che è stata approvata dal TTB Federal Alcohol and Tobacco Tax and Trade Bureau nel 2010. L’ente ci certificazione americano, nello stesso anno, ha autorizzato il CULT Pinot Noir della cantina Draxton Wines della contea di Mendocino della Russian River Valley.
Successivamente anche la Jackson Family Wines ha iniziato a produrre un vino CULT e poi la cantina BK Wines con un Shiraz australiano single vineyard.
All’ufficio brevetti USA sono registrati 553 prodotti CULT fra cui quello della “morte hippie”.