piogge incessanti Tag

Giugno 2018 nelle vigne di Brunello poca uva tanta erba

E’ l’anno dell’erba e della peronospora. Tanto lavoro, poca uva e grande rischio grandine per l’alternanza di temporali violenti e giornate caldissime
Di Donatella Cinelli Colombini

Vigneti-giugno-2018-in-Toscana-Alessia-e-Giulia-mostrano-il-Foglia-Tonda

Vigneti-giugno-2018-in-Toscana-Alessia-e-Giulia-mostrano-il-Foglia-Tonda

Tenere in ordine i vigneti è un’impresa titanica perché le giornate di sole, in cui è possibile lavorare nei filari, sono state davvero poche da marzo a oggi. Come tutti i vignaioli sanno, il mix di caldo e pioggia è pericoloso perché crea le condizioni favorevoli all’orribile fungo arrivato in Europa dal Nord America nell’Ottocento: la peronospora. Quest’anno i vignaioli hanno passato le giornate sul trattore spruzzando rame, l’unico prodotto ammesso dalla coltivazione biologica. Ma non si sono mai fermati, neanche la domenica.
L’uva è poca, le cause sono principalmente tre: i caprioli che sono un numero esorbitante in Toscana e, da aprile a maggio, venivano tutte le sere nei vigneti a far merenda con i germogli. La Regione Toscana ha emanato un nuovo provvedimento per aumentare gli abbattimenti dei caprioli ma ci vorranno anni prima che il numero degli ungulati torni in equilibrio rispetto alla superficie dei boschi. Intanto noi continuiamo a recintare. Tutti i vigneti di Montalcino sono protetti da reti alte 2,20 metri e metà di quelli della Fattoria del Colle. Da un punto di paesaggistico è un’offesa a chi guarda.

Brunello-impianto-vigneto-di-Sangiovese-2018-Casato-Prime-Donne-Montalcino

Brunello-impianto-vigneto-di-Sangiovese-2018-Casato-Prime-Donne-Montalcino

Anche le piogge incessanti nel momento della fioritura hanno disturbato l’allegagione riducendo naturalmente il carico d’uva delle vigne.

Infine ci sono gli effetti della gelata dell’aprile 2017 che, in tre giorni, bruciò i “capi a frutto” di due annate. L’ondata di freddo artico del febbraio 2018 è stata invece ininfluente per le vigne che erano senza vegetazione. Le viti bruciate dalla gelata primaverile dello scorso anno hanno spalliere poco sviluppate, paragonate a quelle in salute sembrano rachitiche. Abbiamo due vigneti con i danni del gelo, entrambi alla Fattoria del Colle. Noi speriamo che il prossimo anno abbiano un recupero ma non è certo, infatti i vigneti con impianto radicale poco profondo a causa dei pesticidi in uso 15 anni fa, potrebbero non riprendersi. Purtroppo i due vigneti colpiti dal gelo sono stati piantati nel 1997 e 1999 e quindi sono a rischio, mannaggia!

Le piogge nei primi sei mesi dell’anno hanno ricostituito le riserve d’acqua del terreno dopo un 2017 aridissimo e caldissimo.