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GLI INNOVATORI DEL VINO ITALIANO 4

HO TROVATO UNA FOTOGRAFIA DI CINQUANT’ANNI FA CHE RITRAE UN GRUPPO DI PRODUTTORI CHE GIA’ A QUELL’EPOCA ERANO CONSIDERATI DEI PIONIERI INNOVATORI DEL VINO ITALIANO

Di Donatella Cinelli Colombini, #winedestination

 

 

Sapevano di essere dei pionieri ed erano mossi da un grande entusiasmo nel creare un nuovo scenario per il vino italiano. La cosa bella è che, anche grazie a Gino Veronelli, questi uomini straordinari fecero una parte di cammino insieme. Nella foto ci sono: Bruno Ceretto, Piero Antinori, Giacomo Bologna (Braida), Maurizio Zanella (Ca’ del Bosco), Mario Schiopetto, Franco Biondi Santi, Marcello Ceretto, Jacopo Biondi Santi, Nicolò Incisa della Rocchetta (Sassicaia)e Angelo Gaja. Qui di seguito, tratteggerò un breve profilo di quelli che non ho ancora descritto aggiungendo Bepi Quintarelli che, pur interpretando il suo ruolo di innovatore in modo diverso dagli altri, ha sicuramente tracciato un nuovo futuro per l’Amarone.

 

 

MARIO SCHIOPETTO IL PIONIERE DEL VINO FRIULANO

L’ho conosciuto dopo che la sua salute era stata compromessa da un grave incidente stradale.

30 candeline per Barolo & Co

Ecco Elio Archimede, un signore piemontese apparentemente pacioso ma  in realtà guerrigliero, che da 30 anni racconta al mondo la terra del Barolo

Elio Archimede

Elio Archimede

Ho conosciuto Elio Archimede quando arrivò a Montalcino per occuparsi della promozione del nostro territorio. Erano gli anni eroici in cui i vignaioli del Brunello erano pochi ma uniti nel tentativo di far riconoscere il loro valore nel mondo. Archimede impostò la comunicazione su valori concreti: il lavoro e l’impegno richiesto da una produzione enologica d’eccellenza, le tradizioni locali, del vino e non solo …  Valori veri ma da cui i montalcinesi cercavano, in quel momento e forse inconsapevolmente, di staccarsi, valori che sono germinati lentamente e che,  a distanza di anni, sono ora alla base dell’orgoglio vignaiolo di chi produce Brunello.  Nel Liceo Scientifico di Siena c’era la classe di <<quelli del contado>>  in cui erano relegati, come nel medioevo,  gli studenti  dalla provincia e tutt’ora dire <<sei un contadino! >> è un’offesa pesante.  Per questo forse Elio Archimede sembrò, in quel momento,  meno brillante rispetto a certi suoi predecessori che basavano  la  comunicazione su personaggi famosi,  eventi glamour e  polvere di stelle.  Oggi invece il suo apporto prende tutt’altro spessore.

                                                                       
Cinelli Colombini
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