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OCM, il decreto c’è ma è sbagliato

Il Ministero dell’Agricoltura passa da una figuraccia all’altra. Il decreto OCM arrivato con 4 mesi di ritardo rischia di erogare i fondi a ottobre 2018

NewYork-anteprima-Brunello2008

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Di Donatella Cinelli Colombini, Montalcino

Il 29 settembre, finalmente il nuovo bando per i fondi OCM destinati a finanziare la promozione del vino italiano sui mercati esterni all’Unione Europea è stato pubblicato dal Ministero dell’agricoltura. Un ritardo enorme rispetto a Francia, Germania, Spagna … dove le cantine stanno già realizzando eventi cofinanziati dall’Europa.
Ma i guai non finiscono qui perché, come giustamente osserva WineNews, nel testo ministeriale c’è un errore << l’articolo 5 del decreto Martina prevede che “le attività sono effettuate a decorrere dal primo giorno utile dell’esercizio finanziario comunitario di pertinenza successivo al giorno di stipula del contratto”, ma operando attualmente nell’esercizio finanziario comunitario 2017/2018, i programmi che verranno proposti in adesione del decreto Abate decorreranno dal 16 ottobre 2018>>.

Brunello LCBO seminar Toronto

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Sarà possibile correggerlo senza dover ripercorrere l’intera procedura amministrativa?
Tutti sperano di si perché perdere i 102 milioni di Euro destinati a sostenere l’export del vino italiano sarebbe un colpo mortale per l’agricoltura italiana che ha già subito una batosta con la recente vendemmia, la più magra del dopoguerra.
C’è da chiedersi come faccia il Ministero all’Agricoltura a collezionare una così fitta sequenza di <<Ritardi, ricorsi, mancanze e istanze cadute nel vuoto>> come le ha definite Riccardo Ricci Curbastro Presidente Federdoc puntando l’indice accusatore sulla burocrazia. <<Il risultato è che dopo 16 anni i francesi ci hanno agganciato nel primo mercato al mondo, recuperando in 8 mesi oltre 130 milioni di euro>> ha detto la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta.

Colomba Mongiello e la parità di genere in agricoltura

 L’Onorevole Colomba Mongiello è la persona che ha aperto le stanze dei bottoni alle donne del vino, dell’olio, del formaggio… alle contadine moderne

Colomba-Mongiello

Colomba-Mongiello

Di Donatella Cinelli Colombini

Un piccolo esercito di donne che sono il 35% della forza lavoro agricola ma per ora, non ha generali e forse attraverso il provvedimento di Colomba Mongiello vedrà nascere una nuova classe dirigente femminile. L’emendamento è nel collegato agricolo della Legge di Stabilità in approvazione in Parlamento e impone ai consorzi di tutela una quota del 20 e poco dopo del 30% di donne fra i propri consiglieri di amministrazione. Un obbligo che apre le porte alle carriere femminili anche nei

Giuseppe-Liberatore-Presidente-Aicig

Giuseppe-Liberatore-Presidente-Aicig

comparti dove le donne hanno solo posizioni subalterne come, ad esempio, nella filiera dei prosciutti di Parma interamente composta di imprese dirette da uomini.

Nata a Foggia nel 1961, Colomba Mongiello era insegnante di lingue prima di entrare in Senato, per due legislature e, dal 2013, a Montecitorio come vicepresidente della commissione Agricoltura. E’ fra i parlamentari che lavorano di più, con una presenza dell’88% alle votazioni. Molto attiva su ogni problematica del mondo rurale, ha legato il suo nome al tappo antirabbocco delle bottiglie dell’olio, il sistema che impedisce la sostituzione del contenuto sulle tavole dei ristoranti.