Giovani in agricoltura, rimangono per forza o per amore?
Solo il 5% dei giovani sceglie di rimanere nell’azienda agricola di famiglia. Da Nomisma i dati sulla reale attrattività del lavoro nei campi per i giovani
Di Donatella Cinelli Colombini
Alla faccia del ritorno nelle campagne! Nonostante la crisi e la difficoltà di trovare lavoro, i ragazzi preferiscono le luci della città. Ma la cosa che trovo più triste sono i due giovani su tre che percepiscono la scarsa considerazione da parte della società cioè il “rango sociale” inferiore attribuito, a chi lavora in campagna, da una grossa fetta dell’opinione pubblica.
Insomma dire a qualcuno <<sei un contadino>> equivale ancora a dargli dell’ignorante, rozzo e arretrato.
Credevo che certe situazioni fossero superate, invece siamo ancora al punto di quando ero giovane e, in discoteca, i ragazzi di campagna si vergognavano a dire che abitavano in un podere
e lavoravano la terra. E’ vero che esistono situazioni opposte. Oggi un giovane di Montalcino, terra di Brunello, oppure di Erbusco in Franciacorta, così come di Barolo o di Cormons nel Collio, quando va a ballare e incontra una ragazza che gli piace, si vanta di stare in mezzo alle vigne come della sua nuova moto oppure dell’Iphone ultimo modello. Ma la dignità, che il successo internazionale dei grandi vini ha dato a chi ci lavora, non riesce a proiettarsi più in là delle vigne e delle cantine. E forse neanche a quelle, se il nostro giovane agricoltore è solo un bracciante.