La guerra franco-russa dello Champagne
Secondo la nuova legge di Putin, lo Champagne esportato in Russia deve scrivere nella retro etichetta “spumante” mentre le bollicine russe si chiameranno Champagne
Di Donatella Cinelli Colombini
La Russia ha sempre giocato un ruolo importante nella storia dello Champagne, dagli ussari che sciabolavano le bottiglie a Barbe Nicole Clicquot Ponsardin, la celebre veuve, che fece la sua fortuna nel 1814 rompendo l’embargo e spedendo agli Zar 10.000 bottiglie delle sue bollicine.
LO CHAMPAGNE DIVENTA SPUMANTE E LE BOLLICINE RUSSE DIVENTANO CHAMPAGNE
La disputa attuale è più politico amministrativa e meno affascinante degli episodi precedenti. In pratica il governo di Vladimir Putin ha approvato una legge che consente in esclusiva ai produttori russi di etichettare le loro bottiglie con il nome “shampanskoye” – traduzione russa dello Champagne. Le maison francesi invece possono usare la parola Champagne sulla parte anteriore delle bottiglie, ma nella parte posteriore, scritta in cirillico, devono sostituirla con il termine “spumante”.
I francesi hanno vissuto la faccenda come un’offesa e uno scandalo perché “non è Champagne se non è della Champagne”.
CHI HA DIRITTO A SCRIVERE LA PAROLA CHAMPAGNE SULLE BOTTIGLIE?
Ovviamente il problema è proprio la legittima proprietà esclusiva della parola Champagne da parte delle cantine francesi di quell’area di produzione. Un principio che, fin ora, nessuno era riuscito a scalfire. Chi provava a scrivere Champagne sull’etichetta, compresi gli inglesi che producono sullo stesso banco di gesso presente in Francia, venivano denunciati e, fin ora, condannati.
Per questo la legge russa sull’uso della parola Champagne ha scatenato un autentico putiferio. E’ intervenuto il ministro dell’Agricoltura francese Julien Denormandie.
La Russia non è fra i primi 10 mercati esteri dello Champagne (UK, USA, Giappone, Germania, Belgio, Australia, Italia, Svizzera, Svezia, Spagna) ma comunque tutta l’alta ristorazione usa le bollicine francesi come simbolo di distinzione e esclusività. I russi che bevono Champagne sono un’élite perfettamente in grado di leggere la parola in caratteri latini scritta nell’etichetta attaccata davanti alle bottiglie. Quindi, presumibilmente, i contraccolpi commerciali non saranno devastanti.
Ribadisco: il problema sembra piuttosto sulla proprietà del brand Champagne e sul suo uso.