GLI INNOVATORI DEL VINO ITALIANO 9
I PIONIERI DEL VINO ITALIANO MODERNO “SENZA VINO” PERSONAGGI E AZIENDE: SIMONIT & SIRCH, NONINO E NANNONI, AMORIM E DIAM, HELMUTH KÖCHER, ROBERTA GARIBALDI...
I PIONIERI DEL VINO ITALIANO MODERNO “SENZA VINO” PERSONAGGI E AZIENDE: SIMONIT & SIRCH, NONINO E NANNONI, AMORIM E DIAM, HELMUTH KÖCHER, ROBERTA GARIBALDI...
Simonit e Sirch i preparatori d’uva che hanno rivoluzionato la potatura delle viti trovano il rimedio per il mal dell’esca facendo come i dentisti con le carie
Di Donatella Cinelli Colombini, Fattoria del Colle, Chianti superiore
La complessità e la profondità del vino cresce con l’età del vigneto; è un dato di fatto unanimemente accettato, tutti lo sanno. Per questo preservare nel tempo le vigne è indispensabile per chi punta, come me, sui vini di grande qualità. Per questo è determinate contrastare la decimazione causata dal mal dell’esca, il maggior problema sanitario del vigneto europeo. Fin ora l’unica soluzione era la sostituzione delle fallanze cioè delle piante morte, con nuove viti perché le cure efficaci contro il mal dell’esca erano così
dannose all’ambiente da venire proibite in quasi tutti i Paesi. La complantazione (sostituzione delle viti secche) è un’operazione da fare quasi ogni anno usando una piccola ruspa per asportare le piante morte con le loro radici e impiantare barbatelloni cioè viti allevate in vaso. I risultati sono spesso modesti perché la nuova pianta deve competere con quelle adulte ai suoi lati e spesso rimane stenta per anni finendo per pregiudicare l’omogeneità del vigneto. Il problema è dunque serio perché il numero di viti che muoiono per il mal dell’esca è alto, anzi è sempre più alto. La moria inizia al quinto anno di vita del vigneto e aumenta con il tempo. In pratica le viti arrivano già malate dal vivaio e poi, inconsapevolmente, i vignaioli propagano il problema, per contagio, attraverso le forbici usate nelle potature.
Meglio le vigne vecchie per la complessità che conferiscono al vino oppure quelle giovani che danno caratteri varietali ed esuberanza?
Di Donatella Cinelli Colombini
Gli agronomi e gli enologi ne discutono da anni. La cosa sicura è che le vigne vecchie portano a maturazione un’uva di buon livello anche nelle annate più sfavorevoli ma producono poco. Cioè sono qualitativamente più costanti e capaci di eccellere in qualità ma quantitativamente sono più deboli.
Resta da vedere da che parte pende la bilancia. Uno dei maggiori sostenitori dei vigneti vecchi è Alain Carbonneau
professore emerito che tutti considerano una sorta di genio della viticultura. Le sue parole sono il filo conduttore di un bellissimo articolo della Master of Wine Sally Easton in The Drinks Business. A suo avviso, la complessità e l’eleganza dei vini provenienti da vecchi vigneti non hanno eguali, soprattutto nelle varietà tardive con il Cabernet Sauvignon e il Carignan.
Château Ausone e Château Mouton Rothschild, molti vigneti della Languedoc producono i vini di punta dalle vigne più vecchie. Ma cosa si intende esattamente per vigne vecchie?
La vendemmia 2014 in Toscana è stata come Noè, salvata dal diluvio ma con le olive e il mal dell’esca delle viti il miracolo non c’è stato. Le notizie dal campo
Di Donatella Cinelli Colombini
2014, un anno senza inverno e senza estate, con piogge che sembrano cascate. Ha costretto i nostri vignaioli a un lavoro estenuante per contrastare la peronospora e poi per catturare ogni raggio di sole. Una vendemmia più semplice del previsto grazie alle belle giornate che si sono susseguite da agosto all’inizio di novembre. In questo periodo l’aria umidiccia ha tenuto tutti in tensione fino all’ultimo, ma ci sono state due sole vere piogge. Purtroppo, quella del 10-13 settembre, ha declassato una vendemmia che poteva essere 5 stelle lusso.
Alla fine siamo soddisfatti per una vendemmia abbondante che merita 4 stelle per il carattere raffinato, profondo, armonico dei vini e lo stile decisamente moderno rispetto alle espressioni muscolose degli anni novanta. Ho detto moderno ma potevo dire antico perché i vini che abbiamo in cantina ricordano quelli di trenta anni fa.
Gli effetti del clima in campagna sono stati impressionanti. Niente funghi, niente castagne ma soprattutto niente olio nel 2014. La mosca olearia si è riprodotta 5 volte. Da noi alla Fattoria del Colle di Trequanda, ci vantavamo di avere olive perfette senza pesticidi. La mosca non si era mai vista e ha colto tutti impreparati. Il risultato è un olio con 0,7 di acidità quando normalmente è 0,1. Noi e molti altri non abbiamo nemmeno raccolto le olive. Meglio usare l’olio extravergine dello scorso anno che portare nelle orciaie un olio del genere.