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90/100 al Brunello Prime Donne da Tanzer alias Ian D’Agata

Si scrive Stephen Tanzer ma in Italia si legge Ian d’Agata il paladino dei vitigni autoctoni che assaggia i vini per l’International Wine Cellar 

Di Donatella Cinelli Colombini

Ian d'Agata wine critic

Ian d'Agata wine critic

90/100 al Brunello Prime Donne 2008 da una guida nota per i suoi giudizi severi è un gran bel punteggio. Tanzer è, dal 1985, il rivale diretto del Wine Advocate alla cui prosa fiammeggiante contrappone uno stile più composto e un uguale rigore. Fra le maggiori testate di wine critic, Tanzer è la più vicina ai consumatori come ha dimostrato il confronto con i pareri pubblicati su Cellar tracker il sito dove ogni appassionato può dire la sua.
In Italia Tanzer si avvale di un giovane e espertissimo collaboratore: Ian d’Agata il paladino dei vitigni autoctoni su sta scrivendo un’opera monumentale. Ma c’è dell’altro, Ian scrive per la principale rivista britannica sul vino “Decanter” e, udite udite, per il “Figaro” . Inoltre insegna. Ma non all’università di rocca cannuccia ma alla New York University. Insomma quanto a prestigio non gli manca niente. Su Montalcino è uno fra quelli che chiedono la zonazione cioè una divisione del territorio del Brunello che metta in evidenza le specificità. Non una graduatoria, precisa Ian d’Agata perché Pauillac e Margaux sono diversi ma producono entrambi dei grandi vini.

Perchè la classificazione del 1855 per il Bordeaux non è più valida

Gary M. Thompson e Stephen A. Mutkoski  della School of Hotel Administration Cornell University NY, hanno esaminato i punteggi ottenuti dai vini degli Chateaux bordolesi della celebre classifica del 1855 e hanno scoperto che il 64,6% di loro dovrebbe salire o scendere rispetto alla gerarchia ottocentesca ( Reconsidering the 1855 Bordeaux Classification of the Médoc and Graves using Wine Rathings from 1970 -2005, in “Journal of Wine Economics” VI,2011, n°1, pp 15- 36)

Wine Economics

Wine Economics

di Donatella Cinelli Colombini 
L’analisi ha riguardato 3133 giudizi sui vini delle vendemmie dal 1970 al 2005 espressi dai più quotati degustatori statunitensi: Robert Parker “The Wine Advocate”, Stephen Tanzer  “International Wine Cellar” e “Wine Spectator”.

I vini presi in esame provengono dai 61 chateaux che nel 1855, in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi furono considerati i migliori di Bordeaux. Vennero divisi in  5 tipologie sulla base della reputazione e del prezzo. Nessuna variazione è stata apportata in seguito ad eccezione dell’aggiunta di Mouton Rothschild.