Quando il turismo fa male: il caso Cortona
Morti di fama, ecco come il successo turistico cannibalizza i territori con un fenomeno che si chiama “over tourism”. Touring Club ci mostra Cortona
Di Donatella Cinelli Colombini, Toscana, agriturismo, Fattoria del Colle
<<Di turismo si può morire. >> Inizia così un articolo del Touring Club Italiano che spiega cosa succede a una piccola località quando diventa meta di un turismo di massa il famigerato “mordi e fuggi”.
Introduce il documentario “The Genius of a Place – L’anima di un luogo”, della regista americana Sarah Marder e di Olo Creative Farm , che per 5 anni hanno seguito la vita quotidiana nella cittadina Toscana e il suo lento adattarsi ai gusti dei turisti fino a cambiare volto.
La voce parlante è quella della regista, un’americana cresciuta in una fattoria del Kansas, che 30 anni fa si è spostata in Toscana << quando sono arrivata questo paese non aveva ancora scoperto il valore economico della sua bellezza. In modo ingenuo speravo che Cortona non sarebbe mai cambiata>>. Un cambiamento che appare a lei ma anche a molti altri come un’autodistruzione e, nel documentario, diventa un autentico atto di accusa <<Cosa puoi fare quando il luogo che ami non sa più come prendersi cura di sé?>>
Sarah Marder ha indagato gli effetti della globalizzazione – spopolamento del centro storico, consumo delle risorse idriche, cambiamento del tessuto commerciale …. – sollecitando una riflessione sulla necessità di tutelarle il nostro patrimonio. L’appello è insomma a ricercare di un equilibro fra sviluppo economico e salvaguardia, strategia apparentemente messa da parte privilegiando i posti di lavoro, gli investimenti e i guadagni generati dal turismo.
Condivido l’opinione di Sarah Marder: si tratta di una scelta suicida. Il problema della tutela è più grave e urgente di quanto si pensi perché, oltre a avvelenare la vita dei residenti con l’innalzamento del costo della vita, mette in forse le prospettive economiche di questi stessi luoghi. Insomma il turismo consuma centinaia di località italiane per poi dopo abbandonarle perché “troppo turistiche”.