Il vino italiano prima durante e dopo il covid
A Wine2wine Denis Pantini di Nomisma WineMonitor ha presentato tendenze, aspettative, consuntivi e strategie delle cantine italiane a fine 2020
Di Donatella Cinelli Colombini
Prima di tutto i trend del vino: sostenibilità in Germania e BIO negli Stati Uniti, vini premium in Cina e leggeri da mixare in UK.
Le risposte delle cantine italiane presentate durante Wine2wine e relative a ciò che avverrà nei prossimi 2-3 anni sono, purtroppo prevedibili: aumenteranno le vendite on line, calerà il numero dei ristoranti e dei bar con una conseguente contrazione dei consumi fuori casa, ci sarà un orientamento all’austerità con la scelta di vini locali e una diminuzione della capacità di spesa. Anche il turismo del vino subirà un contraccolpo benchè limitatamente ad alcune aree.
AUMENTA LA VENDITA ON LINE ED IL GDO, IN CRISI L’HORECA
Ma cosa faranno le cantine del nostro Pese per reagire ai problemi innescati dal covid? La stragrande maggioranza delle grandi e la metà di quelle di medie dimensioni punta sull’export e la vendita multicanale e, in seconda battuta, sulla diversificazione degli sbocchi commerciali. Il 47% consoliderà il proprio brand e il 41% vede favorevolmente il rafforzamento della squadra manageriale.
Il grande malato è la ristorazione tartassata dal lockdown, dall’aumento dei pasti a casa resi possibili dai servizi di delivery e dall’e-commerce di cui molti consumatori hanno fatto la prima esperienza proprio durante la pandemia.
Il 91% (dato che diventa il 95% nelle piccole cantine) dei produttori di vino ha registrato un calo di vendite nel segmento HORECA, dato solo leggermente migliore per le rivendite di vino al dettaglio. In questo comparti la situazione è davvero preoccupante.