Il vino di Trump battuto 7 a 0
La degustazione era stata battezzata “ Judgement of Our Time “ e prevedeva il confronto con i vini californiani che hanno battuto il vino di Trump 7 a 0

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Di Donatella Cinelli Colombini
In se stessa la notizia non è così sensazionale, tutti i vini possono fare qualche magra figura, capita anche alle cantine più celebrate. Del resto la California ha votato compatta per Hillary Clinton e quindi è sicuramente un territorio ostile al presidente miliardario. La cosa che lascia perplessi è il commento che Drinks International ha messo sotto alla notizia dell’assaggio <<Trumps Cru Fortified Chardonnay is somewhat unusually produced; rather than traditional fermentation, the chardonnay juice is blended with grape brandy, and then aged in bourbon barrels. The winery describes it as ‘truly all-American’>> . La dichiarazione è di James Hocking, responsabile della cantina de The Vineyard Cellars e The Vineyard Hotel e spiega l’insolito metodo produttivo del “Trumps Cru Fortified Chardonnay” che non è fermentato in modo tradizionale. Il succo dell’uva Chardonnay viene mescolato con brandy di Chardonnay e poi maturato in botti da Bourbon (whiskey) per un anno. Ha un residuo zuccherino del 14% e viene descritto come di gusto “autenticamente americano” da bere come aperitivo.
Un intruglio che avrà pure un gusto a stelle e strisce ma non piace agli intenditori di vino che lo hanno bocciato all’unanimità.

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I vini di Donald Trump vengono dalla più grande vigna della Virginia, 1300 acri (circa 5.000 ettari) affidati al figlio del Presidente USA Eric che viene presentato nel sito dell’azienda come un’astro nascente del panorama enologico internazionale, insignito, nel 2013, del “Rising star” da parte della rivista Wine Enthusiast. Per la verità la Trump winery è arrivata agli onori della cronaca soprattutto per un altro motivo. Per la coltivazione delle vigne e per la vendemmia utilizza infatti due dozzine di lavoratori stranieri, quelli cioè a cui il presidente vorrebbe impedire l’accesso nel Paese.