La disfida del puro Sangiovese va in scena a Montalcino
Nessuno prima del Brunello aveva tentato di certificare la tipologia e la zona d’ origine dell’uva usata per il vino ma a Montalcino ci sono riusciti
Un convegno, il 24 maggio dalle 9,30, nel teatro di Montalcino, metterà fine a una polemica durata 4 anni fra chi sostiene che il DNA è il sistema migliore per accertare se il Brunello è fatto con 100% Sangiovese e chi invece, come il Consorzio del Brunello, ha puntato sugli antociani per avere la stessa certificazione.
Nel rispetto di tutta la ricerca scientifica, al convegno verranno presentati entrambi gli studi. La Dottoressa Vignani, maggiore sostenitrice dell’indagine fatta con il DNA, confronterà il suo metodo con quello dell’equipe della fondazione Edmund Mach – Istituto di San Michele all’Adige guidata dal Professor Fulvio Mattivi che ha sviluppato il profilo antocianico del Brunello per conto del Consorzio.
Un confronto leale sul piano scientifico che speriamo metterà fine a un lungo scontro dove non sono mancate le accuse. In qualche blog serpeggiava il sospetto che il Consorzio non volesse un sistema capace di rivelare l’uva usata per il Brunello. Invece la dirigenza del Brunello questo sistema lo ha cercato con decisione e lo ha trovato.