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Ampelio Bucci il poeta del Verdicchio superstar

Parola per parola il racconto della storia e della sfida che ha portato Ampelio Bucci ad essere uno dei più grandi e rivoluzionari produttori italiani

Ampelio Bucci e il suo Verdicchio Villa Bucci riserva

lAmpelio Bucci e il suo Verdicchio Villa Bucci riserva

Di Donatella Cinelli Colombini

Ho incontrato Ampelio Bucci negli appuntamenti del vino, quelli dove saluti tanta gente ma non conosci nessuno. Per questo il nostro vero incontro è piuttosto recente, quando abbiamo partecipato entrambi a un evento organizzato da Ian D’Agata al Regina Isabella di Ischia. Ampelio mi colpì per il suo stile da gentiluomo d’altri tempi; sa manifestare stima senza adulare, è formale ma anche ironico, veste capi di tendenza ma li strapazza, dice le sue opinioni sul vino con forza ma ascolta anche quelle degli altri.
Rimasi folgorata dai suoi vini, dalla loro personalità e soprattutto dalla loro

Villa Bucci riserva

Villa Bucci riserva

persistenza, in bocca lasciavano una piacevolezza che sembrava non finire mai. Ricordo quella mineralità che pochissimi bianchi italiani sanno bilanciare con la freschezza e la struttura. Gli chiesi <<cavolo, ma come fai?>> e lui alzando le spalle e allargando le braccia <<io i vini li faccio così>> come fosse un dono divino. Dopo quell’incontro ci siamo rivisti sempre con grande piacere e qualche mese fa l’ho invitato a presentare i suoi vini all’Union Européenne des Gourmet di Siena e della Toscana. La cena dedicata a Villa Bucci è stata organizzata al ristorante “Il Mestolo” che offre una cucina di pesce degna di accompagnare i grandi bianchi di Ampelio. Piccola delusione lui non ha dormito alla Fattoria del Colle ma ha promesso di tornare per visitare le mie due cantine e soprattutto il Casato Prime Donne a Montalcino perché il mio Brunello riserva gli piace molto.
La scelta dei vini e del menù sono stati oggetto di un epistolario fra lui e Alessandro Bonelli, console del nostro club, che è durato un’eternità. Quando gli abbiamo suggerito <<ma porta anche un rosso>> si è rivoltato <<no voglio servire una verticale di Verdicchio>> e così ha fatto in modo strepitoso con vini stupefacenti: Verdicchio Bucci 2016, Verdicchio Villa Bucci Riserva 2013, 2008, 2005, 1997 vintages colletions. Vini diversi ma talmente profondi, complessi e fini da rivaleggiare con i grandi Borgogna.

Vero o falso il localismo nel bicchiere

I veneti bevono Cabernet e Merlot, nelle Marche il Verdicchio, i campani amano la Solopaca …. Gli italiani bevono local? 

Alto Adige assaggio in piazza

Alto Adige assaggio in piazza

Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini

Cominciamo dai dati Symophonyiri group sul 2012, che ci rivelano un’Italia con i bicchieri molto regionalizzati; ecco che in Piemonte i preferiti sono Barbera e Dolcetto, in Toscana Chianti e Morellino, in Sicilia Nero d’Avola e Alcamo.
Piccola eccezione per i liguri che sconfinano leggermente con le loro preferenze per la Bonarda dei Colli Piacentini e la Barbera. Per il resto i vini del territorio dominano incontrastati: il Lambrusco in Emilia Romagna, il Montepulciano in Abruzzo, il Primitivo in Puglia e il Cannonau in Sardegna….
Applaude la Coldiretti, prima sostenitrice dei “Km 0” e collega questo localismo enologico al turismo del vino che ha fatto riscoprire le cantine e le specificità dei territori.