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IGT il vino democratico della Toscana

I Supertuscan cioè gli IGT di Toscana sono soprattutto rossi (75%) e volano nei mercati esteri (+127% dal 2007). L’enoturismo è il primo segmento di crescita futura

 

IGT Toscana presentazione Anteprime di Toscana 2020

IGT Toscana presentazione Anteprime di Toscana 2020

Di Donatella Cinelli Colombini

<<Vino democratico>> lo ha definito Lamberto Frescobaldi durante la conferenza stampa di presentazione dell’IGT Toscana il primo giorno delle Anteprime a Firenze. Un “democratico” che ha due riferimenti: il prezzo che va da pochi Euro a multipli di mille con le espressioni più prestigiose tipo Sassicaia e Tignanello. Poi c’è l’aspetto più anarchico per cui non ci sono le maglie strette dei disciplinari e ogni enologo o produttore ha la libertà di seguire la vocazionalità dei terreni <<sull’argilla blu non possiamo piantare Sangiovese ma possiamo produrre del meraviglioso Merlot>>, ha detto il Marchese Frescobaldi facendo esplicito riferimento al suo meraviglioso Masseto.

 

 

 

 

 

 

 

 

IGT TOSCANA ROSSO, DESTINATO ALL’ESTERO,  PERCEPITO COME MOLTO BUONO

IGT e vino Toscano incrementi export dal 2007 al 2027

IGT e vino Toscano incrementi export dal 2007 al 2027

I dati sull’IGT Toscana arrivano da Wine Monitor di Nomisma e sono preceduti dai commenti del presidente del Consorzio  IGT Cesare Cecchi << volumi e business superiore a quanto ci aspettassimo e oltre i seicentomila Euro>>.
La Toscana è una regione di vini rossi (87% del totale), la quarta in Italia per volume totale e la prima nel rapporto fra rossi e altre tipologie. La strategia che negli anni ha puntato sulle caratteristiche dei terreni e sull’alta qualità ha ottenuto il riconoscimento dei wine lovers. Infatti il consumatore italiano ritiene che Toscana (19%) Piemonte (15%) e Puglia (8%) siano le regioni dove il vino rosso è più buono.
La Toscana (16%) è la terza regione per valore del vino esportato superata da Veneto (36%) e Piemonte (17%). Negli ultimi 10 anni ha fatto un enorme passo avanti nei marcanti oltre confine crescendo del 76% (978 milioni di Euro). Va notato che nello stesso periodo i vini non DOP hanno avuto un incremento ancora maggiore segnando un +127% dal 2007 e toccando i 436 milioni di Euro.
L’IGT Toscana è dunque rosso per il 74% e destinato al 69% ai mercati stranieri. La torta con le destinazioni delle bottiglie vede al primo posto gli USA (30%) seguiti da Germania (21%) Europa (11%) e Canada (11%). A conferma di questo dato posso dire che il mio IGT – Super tuscan Il Drago e le 8 colombe va all’estero per oltre la metà e in azienda è bevuto e consumato soprattutto da wine lovers stranieri

Nel vino c’è chi ride e c’è chi piange

Piccolo è bello ma non per il vino. Mentre i bilanci del colosso del lusso LVMH vanno alle stelle le piccole cantine italiane chiudono i bilanci in perdita

Lmvh

Lmvh

Di Donatella Cinelli Colombini Brunello Casato Prime Donne

Il futuro è nelle aggregazioni e non solo fra chi produce ma soprattutto con chi vende. Mi arrivano quasi contemporaneamente fra le mani due notizie sul mondo del vino che sembrano le due facce della stessa moneta. Quella sorridente dei grandi gruppi industriali e quella triste dei piccoli vignaioli.

Premetto una nota sul “Luxury Exclusive Life Style” arrivata da una fonte completamente

Wine Monitor effetti della globalizzazione

Wine Monitor effetti della globalizzazione

diversa, Giusepe Galligani di Confassimpresa . Mi ha colpito una frase <<la ricerca dell’uso al posto del possesso>> che indica un nuovo stile della clientela più elevata dove vince il provvisorio, il momento unico, l’esperienza vera, importante e inarrivabile.

Mi chiedo se le piccole aziende sono in grado di mettere in campo un’offerta del genere. Forse quelle con antiche radici si, ma tutte le altre?
Veniamo ora alle due notizie. Il colosso del lusso LVMH ha chiuso il primo semestre 2015 con 16,7miliardi di Euro e soprattutto con utili da capogiro + 6% sullo stesso periodo dell’anno precedente e 482 milioni di utili. Volano i mercati storici –Europa e USA- mentre la Cina consuma le scorte.