Che cos’è la consistenza di un vino
Il corpo, la pienezza, in altre parole la consistenza di un vino è spesso usata fra i descrittori di grandi bottiglie. Vicki Denig ci aiuta a capire come nasce
di Donatella Cinelli Colombini
La usano enologi, sommelier, critici per vini di ogni parte del mondo ma spesso i wine lovers hanno difficoltà a capire il significato della parola consistenza – texture riferita a un vino anche perché è un liquido, mentre normalmente la consistenza viene usata per i solidi.
I VINI CON MAGGIORE CONSISTENZA HANNO PIU’ STRUTTURA
In effetti la consistenza di un vino dipende dalle sostanze che lo compongono e non sono acqua. Come si sa, il vino contiene il 75-85% di acqua, una componente di alcol che generalmente va dall’11 al 15%, i polialcoli (come la glicerina con il suo effetto di morbidezza) e un gruppo di sostanze diverse come acidi, tannini e polifenoli.
I vini con maggiore consistenza hanno un movimento più lento nel calice, tendono a fermarsi subito dopo che la mano ha smesso di imprimere un movimento rotatorio e lasciano archetti ben visibili. Tutti indici di alta densità e quindi di struttura potente del vino.
Elementi che, da soli, non garantiscono la qualità, se non associati a finezza e eleganza, ma possono essere un buon punto di partenza per un wine maker capace.
LA CONSISTENZA DEL VINO NASCE NELLA VIGNA MA ANCHE IN CANTINA
Ovviamente gran parte della consistenza arriva dal terroir e dal vitigno così come dal livello di maturazione dell’uva nel momento della vendemmia. Ma anche l’enologia può fare la sua parte ed è proprio qui che si appunta l’attenzione di Vicki Denig, in un delizioso articolo di Wine Searcher, che vi invito a leggere.