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Enoturismo: male il 2020 ma c’è ottimismo sul futuro

Il sentiment sull’enoturismo è la fotografia di uno strabico. Il business 2020 è disastroso ma le cantine di tutto il mondo scommettono su una ripartenza veloce

 

Enoturismo 2021: le cantine francesi sono le più ottimiste

Enoturismo 2021: le cantine francesi sono le più ottimiste

di Donatella Cinelli Colombini

Per capire questa strana immagine di due occhi strabici partiamo dai dati presentati a Wine2wine da Nomisma-WineMonitor e vediamo che a fronte di un 55% di cantine che ha avuto cali nella vendita diretta, il 44% delle grandi imprese del vino e il 57% delle piccole intende potenziare l’enoturismo come strumento per superare la crisi.

 

ENOTURISMO STRABICO CON UN DISASTROSO 2020 E TANTE, TROPPE SPERANZE PER IL FUTURO

Già questo sembra un primo segno di strabismo, infatti se c’è un settore colpito dalla pandemia è proprio il turismo.
Se andiamo a vedere altre fonti, l’impressione di avere davanti una sovrapposizione fra sogni e realtà diventa ancora più evidente e non solo in Italia. Un articolo di W. Blake Gray su WineSearcher ci aiuta a capire l’opinione ottimistica dei produttori nonostante la generale (89%) consapevolezza, che fino al 2022 i flussi dei wine lovers saranno più scarsi di prima.
I dati provengono dal sondaggio internazionale di Winetourism.com con le risposte di 1.203 aziende vinicole di 34 paesi: 38,7% in Italia, 14,5% in Francia e 10,5% in Spagna.
Lo stesso sondaggio rivela che metà delle aziende vinicole ha perso oltre il 50% del business del proprio punto vendita escluso l’Australia e Germania, dove il 20% delle cantine nel primo caso e l’11% nel secondo, hanno aumentato le vendite al pubblico.

 

Enoturismo 2021: le cantine francesi sono le più ottimiste

Enoturismo 2021: le cantine francesi sono le più ottimiste

TENGONO LE CANTINE TEDESCHE E AUSTRALIANE MA OLTRE LA META’ DELLE IMPRESE HA PERSO OLTRE IL 50%

I più ottimisti verso il futuro del turismo del vino sono i francesi: il 41% pensa ad un ritorno alla normalità nel 2021. Opinione condivisa anche dal 30% dei produttori spagnoli e australiani. Ma quasi tutti (80% di media e i tedeschi con l’89%) sono ottimisti su uno scenario a più lungo temine con l’80% che prevede una crescita del turismo del vino nella propria regione nei prossimi 10 anni. Per questo il 23% degli intervistati intende investire nella wine hospitality nei prossimi anni.
Il campione di 1.203 cantine da cui Winetourism.com ha ricavato i suoi dati è composto da aziende che traggono la maggior parte del loro business dal turismo enologico (56%) oppure da attività connesse come winery tours, corsi di cucina, oppure wine weddings.
I dati sulla tipologia dei clienti confermano l’aumento degli enoturisti “per caso” che sono ormai la netta maggioranza (57%), mentre i veri wine lovers sono il 15% del totale. Un dato che coincide con una tendenza registrata anche in Italia.