Guerra del vino ricomincia
Vignaioli francesi alla nuova guerra del vino vuotano in autostrada il contenuto di 4 autobotti di vino provenienti dalla Spagna
Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello
La storia si ripete esattamente uguale, con i vigneron francesi che catturano le autobotti come novelli Robin hood e fanno uscire il vino sull’asfalto mentre la polizia locale fa finta di non vedere. La guerra del vino di trent’anni fa contro quello italiano si ripete esattamente identica.
La storia si ripete ma con trent’anni di vita all’interno di un’Europa dove la libera circolazione delle merci è uno dei presupposti base della coesistenza. Una distanza fra la teoria e la pratica che ben si legge confrontando il resoconto dei fatti scritto nei giornali francesi e in quelli internazionali e italiani.
Ecco che Le Figaro si schiera con i vignaioli dell’Aude la regione della splendida città di Carcassonne dove i vigneti arrivano a ridosso della cinta muraria medioevale. 150 viticultori francesi hanno creato una barriera all’interno dell’autostrada poco lontano dalla frontiera spagnola hanno bloccato 4 cisterne facendo uscire il 700 ettolitri di vino sull’asfalto e hanno scritto con la vernice sul camion “vino non conforme”. Intervistati hanno detto << On a importé 7,2 millions d’hectolitres de vins tous confondus en 2015, dont 5,6 en provenance d’Espagne >> nel 2015 abbiamo importato 7,2 milioni di ettolitri di vino di cui 5,6 di provenienza spagnola. I francesi contestano la mancata armonizzazione delle leggi europee <<Si un vigneron français produisait un vin avec la réglementation espagnole, il ne pourrait tout simplement pas le vendre. Je veux bien de l’Europe, mais avec des règles pour
tous» se i vignaioli francesi producessero un vino con le regole spagnole, semplicemente non potrebbero venderlo. E’ necessario che l’Europa imponga le stesse regole a tutti. E infatti il vino spagnolo costa 32€ l’ettolitro e quello francese 78€. I sindacalisti francesi non ce l’hanno solo con i colleghi spagnoli ma anche con noi perché sostengono che beneficiamo delle stesse regole vantaggiose, cosa che francamente mi sembra improbabile. Frédéric Rouanet presidente del sindacato dei vignaioli dell’Aude è noto per le sue azioni eclatanti. E’ lui infatti che ha minacciato di bloccare il Tour de France accusando gli organizzatori di aver scelto un cileno come vino ufficiale.
Dobbiamo cominciare a preoccuparci? No e lo vedremo più avanti
Quello che i giornali francesi non dicono è la reazione del governo spagnolo riportata invece dal The drinks business << the Spanish Foreign Ministry has summoned France’s ambassador to address the incident, which has not resulted in any arrests, describing the attack as a “flagrant violation of various basic principles” of the EU.>> il ministro degli esteri spagnolo ha chiamato l’Ambasciatore francese contestandogli l’incidente dato che non risulta nessun arresto mentre l’attacco appare in “flagrante violazione dei principi basilari” dell’Unione Europea. In effetti l’assenza della autorità di polizia francesi e il silenzio della magistratura rispetto a un atto vandalico di queste dimensioni risulta oltremodo evidente.
Da che parte stanno le istituzioni governative francesi? Con la consueta caparbietà gli spagnoli hanno portato il problema a Bruxelles sul tavolo del Commissario europeo chiedendo << appropriate measures to guarantee, with absolute security, the free movement of people and goods, one of the basic principles of the European Union>> appropriate misure per garantire l’assoluta sicurezza della libertà di circolazione di persone e merci, che è uno dei principi fondanti dell’Unione Europea. Insomma la questione prende la forma di una discussione sui valori politici dei trattati UE, quelli che la Francia ha costruito pezzo per pezzo come fondamento dell’alleanza europea. Ricordate Jaques Delors?
Ma come stanno esattamente le cose ce lo spiega Cronache di Gusto
<<È risaputo che la Francia rappresenta con oltre 8,2 miliardi di euro il primo esportatore di vino al mondo. Meno risaputo è invece il fatto che, dopo la Germania, si configura come il secondo importatore mondiale di vino sfuso, con quasi 6 milioni di ettolitri importati nel 2015 contro i 9 milioni dei tedeschi>>
Da qui le 28.000 cisterne contro cui stanno protestando i vignaioli francesi. Si tratta di vini destinati soprattutto alla grande distribuzione che li confeziona, del tutto legalmente, con il proprio marchio come “vini comunitari” . Secondo Denis Pandini di Nomisma questo vino proviene quasi interamente dalla Spagna mentre solo il 7% dall’Italia. Il Paese iberico ha vigneti irrigati e meccanizzati in modo da contenere i prezzi di produzione in modo imbattibile <<è entrato in Francia con un prezzo medio più basso del 36% rispetto a quello italiano>>.
Se è vero che questi vigneti sono stati piantati, magari persino con contributi europei, in base a regole proibite in Francia la protesta dei vignerons non è poi così ingiustificata e forse è proprio questo il nodo da sciogliere: regole uguali per tutti, compresa la difesa ambientale uguale per tutti a cui corrisponde una circolazione delle merci libera per tutti.