Moscato e la sua nuova moda rap
Alla faccia del marketing! Ecco come il Moscato è diventato #1Drink in Hip Hop sfidando lo Champagne: il vino dei rapper e la sua nuova giovinezza in musica
Di Donatella Cinelli Colombini Montalcino Casato Prime Donne
<<I’ma sip Moscato and you ‘gon lose dem pants>>letteralmente: sorseggio Moscato e tu ti levi i pantaloni, canta il rap Waka Floka Flame. Oppure <<Moscato got her freaky Aye you got me in a trance>> il Moscato la rende strana e tu mi mandi in trance. Queste le frasi delle canzoni rap che hanno creato una vera e propria moda per il Moscato. Le virtù afrodisiache del vino messe in musica con testi provocatori hanno trasformato l’immagine del bianco piemontese in qualcosa di intrigante e sexy. Tutto era iniziato quando Jay-Z, contestò lo Champagne e il suo mondo di ricchi ingioiellati proponendo al suo posto il Moscato. Da notare che Jay-Z con la moglie Beyoncé sono accreditati da Forbes come la coppia di cantanti più ricchi del mondo,
con un patrimonio di un miliardo di Dollari. Jay-Z è il nome d’arte di Shawn Corey Carter, un produttore discografico e rapper che si caratterizza per testi pieni di metafore e giochi di parole oltre che per l’uso frequente del freestyle e per la fusione di rap di strada con influenze pop. Si tratta dunque di un personaggio di spicco, che non passa inosservato. Ed è da lui che parte la tendenza del Moscato associato al rap. Il vino piemontese entra anche nei testi di Drake, Kendrick Lamar Kanye West, Lil’ Kim e altri rapper.
<< What’s funny is that you can get 10 terrific bottles of Asti Spumante for the price of one Cristal or Dom Perignon>> la cosa buffa è che tu puoi avere 10 ottime bottiglie di Asti al prezzo di una di Cristal o Dom Perignon, commentava la CBS Wine mettendo nel titolo <<#1Drink in Hip Hop >> e facendo confusione fra Asti e Moscato d’Asti.
Succede così che il Moscato si trasforma e rinnova la sua immagine invecchiata diventando qualcosa di nuovo e trendy. Le vendite s’impennano. Altro che strategia di marketing! 20 milioni di bottiglie esportate in USA e la produzione totale raddoppiata fino a 30 milioni di pezzi.
Leggermente dolce, frizzante e poco alcolico, il Moscato d’Asti proviene da un centinaio di cantine in 52 comuni nelle provincie di Asti, Cuneo e Alessandria. Rispetto all’Asti è un vino meno industriale. Cito, prendendolo da DiVini di Luciano Ferraro, un elenco di piccoli produttori eccellenti Alessandro Boido di Ca d’Gal, Valter Bera, i fratelli Forno dell’azienda Falchetto, Giulio Morando della Morandina e Paolo Saracco. Guardando le foto sembrano due mondi opposti: bucolico e rilassante quello del Moscato, urbano e aggressivo quello rap …. eppure …..