
2018 anno italiano del cibo come renderlo fruttuoso
2018 anno italiano del cibo : vediamo come Australia e Scozia hanno trasformato la comunicazione turistica in business e salvaguardia delle tradizioni

2018 anno del cibo. come renderlo profittevole Ravioli con ripieno di pecorino Leone Rosso (9)
Di Donatella Cinelli Colombini
I turisti stranieri che vengono in Italia hanno come principale motivazione di viaggio l’arte e come seconda la buona tavola ma quando tornano hanno apprezzato di più il cibo e il vino piuttosto che i musei. Siamo un Paese pieno di prodotti tipici e di ottimi cuochi, di grandi vini e luoghi suggestivi per sorseggiarli eppure non tutto il potenziale attrattivo del nostro agroalimentare è ben utilizzato. Anzi all’apparenza tutto avviene in modo spontaneo, caotico e a gran vantaggio dell’italian sounding. Ovviamente ci sono dei risultati positivi grazie all’eccellenza dei prodotti e alla buona volontà di tanti ma senza una strategia per cui i risultati hanno un prezzo altissimo per le imprese .
Esiste dunque un notevole margine di miglioramento con un gioco di squadra e soprattutto esiste la possibilità di spalmare meglio i vantaggi del turismo decongestionando i luoghi dove i visitatori sono troppi e portandoli dove o quando sono troppo pochi.

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2018 anno italiano del cibo, come renderlo fruttuoso?
C’è chi ci riesce e senza avere i “giacimenti gastronomici” dell’Italia ma solo con una regia che coordina l’offerta e una buona comunicazione.
Ecco due esempi virtuosi che andrebbero copiati. Vengono proposti da Roberta Garibaldi in un articolo di Italia a Tavola e riguardano l’Australia e la Scozia. Paesi dove pochi turisti vanno attratti dai piaceri golosi eppure le azioni per potenziare il turismo gastronomico hanno incrementato il business in modo importante.Dal 2013 campagna “Restaurant Australia” campagna di marketing organizzata dall’ente nazionale Tourism Australia finalizzata a proporsi come meta food & wine con itinerari, visite alle aziende di produzione, eventi. Festival e ovviamente esperienze

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enogastronomiche. Melbourne ha ospitato nel 2017 l’evento The world’s 50 best restaurant.
I risultati sono impressionanti: la spesa in cibo e bevande dei turisti è aumenta del 25% e l’Australia ha scalato 4 posizioni arrivando sesta nella classifica mondiale dei Paesi con offerta enogastronomica. 1 Dollaro su 5 della spesa turistica riguarda vino e cibo.
Dal 2015 Scozia anno del “food & drink”. Il progetto ha usato fondi governativi con una strategia fortemente orientata sul digitale. Il sito istituzionale VisitScotland ha promosso l’intera regione puntando sul cibo, gli itinerari a tema, seafood trail, malt whiskey trail, cheese trail e altri ancora. Degno di nota il portale Community Food Fund creato da Think local per sostenere le piccole imprese dell’agroalimentare e il sito Tourism Intelligence Scotland dove erano pubblicati dati, ricerche e informazioni utili a orientare l’azione delle imprese coinvolte nel progetto.

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Parallelamente era stato avviato il programma “Taste Our Best” che selezionava e valorizzava i migliori ristoranti e produttori di eccellenze alimentari. Programma a cui hanno aderito circa mille imprese.
Anche in questo caso i risultati sono stati importanti: + 5,2% di spesa turistica in cibi e bevande in un anno e +21% da parte dei turisti esteri. La cosa più significativa è stata il cambiamento di mentalità da parte dei ristoratori che ora sono più propensi di prima di usare prodotti e fornitori locali (38%). In questo modo il progetto di marketing sul turismo ha creato sviluppo locale e salvaguardia dell’identità.