E’ tempo di cambiare il modo di giudicare i vini?
Polemic
he, idee e suggerimenti per i wine critics che si trovano alle prese con la crescente influenza delle recensioni dei consumatori nei portali del vino
Polemiche e riflessioni sul ruolo e i metodi della critica enologica. Un argomento caldissimo nell’ultimo anno dopo la campagna social del rivenditore inglese Naked Wines con le sue “5 golden rules to choosing a good bottle of wine” cinque regole d’oro per comprare il vino.
NAKED WINES E LE SUE CINQUE REGOLE D’ORO PER COMPRARE IL VINO
Si tratta di una campagna del 2018 in cui comparivano frasi del tipo << …don’t trust wine critic recommendations either – they need to seem useful, or they’ll be out of a job! So they invent trends and get paid to push you toward certain wines … the best thing to do is look for real customer reviews>> non fidatevi dei consigli dei critici del vino, costoro devono sembrare utili, per non rimanere senza lavoro! Così inventano le tendenze e vengono pagati per spingervi verso determinati vini … la cosa migliore da fare è guardare le recensioni dei veri consumatori>>. Frasi che hanno scatenato un putiferio al punto che Rowan Gormley, responsabile di Naked Wines ha dovuto scusarsi con i critici che minacciavano querele.
La polemica si è affievolita ma non si è spenta del tutto, soprattutto in Gran Bretagna e WineSearcher pubblica un divertente articolo di Oliver Styles che sviluppa,
con toni più misurati ma diverse frecciate, l’argomento della critica enologica all’indomani delle degustazioni en primeur sui vini di Bordeaux.
E’ IL MOMENTO DI CAMBIARE I GIUDIZI SUI VINI?
La domanda che viene posta è <<E’ il momento di cambiare i giudizi sui vini?>> Il giudizio del critico che assaggia in solitudine tende a polarizzare i giudizi punendo e premiando molto ma fa emergere i vini di grande personalità. Il panel composto da un gruppo di esperti si avvicina di più al giudizio dei consumatori evoluti, è insomma più “popolare”.
Il punteggio assegnato da un singolo degustatore diventa ancora più complicato in occasione delle “en primeur” quando riguarda un vino di sette mesi in rapida evoluzione per il quale bisogna prevedere il futuro livello qualitativo. Si tratta di rating difficilissimi che costringono molti critici a ripetere il barrel tasting più colte a distanza di giorni evidenziando una grande incertezza.
Da qui un’idea che, appare stravagante, ma forse non è poi così strana: il metodo degli Oscar del cinema. Cioè chiedere ai critici e ai produttori di cercare una valutazione unanime.
Altro spunto interessante viene dai panel di degustazione della rivista inglese Decanter. Negli articoli sono pubblicati i punteggi dei singoli assaggiatori ma non i loro commenti che invece, spesso, sono la parte più interessante. Ecco che da queste riflessioni può uscire qualcosa di stimolante e capace di competere con la crescente influenza dei giudizi dei consumatori nei grandi portali tipo Vivino o WineSearcher, dove confluiscono, con la stessa dignità, opinioni di ottimi assaggiatori e di assoluti incompetenti. Perché è abbastanza facile giudicare un albergo o un ristorante, per chi è in buona fede e ha spirito di osservazione, tutt’altra cosa è suonare al pianoforte oppure valutare un vino. Senza le basi tecniche e l’esercizio il risultato è mediocre.