Glifosato: voglia di proibirlo perchè è ovunque

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Glifosato: voglia di proibirlo perchè è ovunque

Glifosato, il più usato erbicida del mondo è presente in tantissimi alimenti e persino nell’acqua. Nei consumi quotidiani un cumulo rischioso per la salute

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Di Donatella Cinelli Colombini

La recente dichiarazione del Presidente Emmanuel Macron <<J’ai demandé au gouvernement de prendre les dispositions nécessaires pour que l’utilisation du glyphosate soit interdite en France dès que des alternatives auront été trouvées, et au plus tard dans 3 ans>> che annuncia l’intenzione di proibire l’uso dell’erbicida più diffuso del mondo, il glifosato, entro tre anni, ha scatenato un vero putiferio.

LA PROIBIZIONE DEL GLIFOSATO IN FRANCIA

L’amico Angelo Gaja mi segnala l’articolo di Bertrand Collard ,capo redattore del periodico “La Vigne” che prospetta un’autentica catastrofe a seguito della proibizione del glifosato, poichè produrrebbe l’abbandono dei terreni più costosi da coltivare e aumenterebbe l’utilizzo dei trattori con conseguente crescita dei gas che emettono. <<Et beaucoup ne veulent pas, considérant qu’elle rend bien plus de services qu’elle ne cause de problèmes…. Une interdiction du glyphosate dans quelques mois conduirait à une catastrophe pour notre secteur …>>

coltivazione-con-diserbante

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PROIBIZIONE DEI PESTICIDI NOCIVI IN ITALIA

La stessa decisione, in Italia, è passata quasi sotto silenzio. Del resto, come ha scritto Albino Russo nel Rapporto Coop 2018 <<nel nostro Paese, molto più che nel resto d’Europa, è diffusa la consapevolezza che l’ambiente è componente fondamentale del nostro benessere individuale>> Forse per questo la mozione proposta da Rossella Muroni e Serse Soverini  sull’abolizione dei pesticidi nocivi è stata approvata all’unanimità da parte della Camera dei Deputati.

RESIDUI DI GLIFOSATO IN BIRRE E VINI

Intanto arrivano notizie ancora più preoccupanti: tracce di glifosato sono state rilevate in diverse tipologie molto note di birra e vino, tra cui Coors Light, Budweiser e Beringer, secondo un rapporto pubblicato da US.PIRG, gruppo statunitense di interesse pubblico.
I ricercatori di US PIRG hanno testato cinque vini e 15 birre cercando tracce di glifosato – l’erbicida più comune al mondo. 19 dei 20 campioni esaminati contenevano tracce di glifosato e il Merlot di Sutter Home 2018 era quello con maggiore presenza di 51 parti per miliardo (ppb). Persino i vini ottenuti da agricoltura biologica risultavano contaminati, forse a causa dell’enorme diffusione dell’erbicida che lo ha portato a contaminare persino l’acqua piovana. Qualcosa di simile è avvenuto, nel passato, con il DDT, le cui tracce erano anche nel grasso dei pinguini del Polo.

RESIDUI DI GLIFOSATO PERSINO NELL’ACQUA PIOVANA: IL RISCHIO DEL CUMULO

Va comunque sottolineato che le quantità rilevate dai ricercatori US.PIRG sono piccolissime << an adult human would need to drink “140 glasses of wine a day containing the highest glyphosate level measured just to reach the level that California’s Office of Environmental Health Hazard Assessment (OEHHA) has identified as ‘No Significant Risk Level>> per superare i limiti di pericolo indicati dalle autorità californiane bisognerebbe bere 140 bicchieri di vino, ha detto un portavoce dell’Istituto del vino a The Drinks Business.
Tuttavia le analisi di US PIRG mostrano quanto sia difficile sfuggire alla contaminazione del glifosato che sembra onnipresente negli alimenti e nell’acqua per cui potrebbe accumularsi, giorno dopo giorno, fino ad arrecare danni alla salute dei consumatori anche quando in ogni singolo cibo o vino non raggiunge livelli di rischio.
Bayer, produttore del glifosato, ha 9.300 cause legali da parte di chi lo ritiene causa di cancro. E’ possibile infatti che anche bassi livelli di glifosato possano essere problematici. C’è infatti una parte della ricerca medica che sostiene che 1 parte per trilione di glifosato ha la capacità di stimolare la crescita delle cellule cancerogene nel seno e perturbare il sistema endocrino.