
I migliori Champagne rosé secondo Tom Stevenson
Lo Champagne rosé è decisamente la bollicina più di modaiola e più cara. Tom Stevenson e Cristiana Lauro ci presentano quelli che reputano migliori
Letto per voi da Donatella Cinelli Colombini
L’articolo di Wine Searcher è delizioso e vi invito a leggerlo. Ironico quanto basta, decisamente ben informato e pieno di notizie intriganti. L’autore è considerato il maggiore esperto mondiale di Champagne con 23 libri e 50 pubblicazioni sull’argomento.
Dunque, lo Champagne rosé, alcuni super esperti non lo
amano – Jancis Robinson in primis – ma certamente il suo successo pare ormai inarrestabile.
Il primo boom avvenne nel 1989 quando Allan Cheesman selezionò lo Champagne rosé Charbaut per i supermarket Sainsbury’s enfatizzando la notizia che il colore era ottenuto in modo naturale dal contatto fra il succo e le bucce dell’uva rossa e non dal mescolare vini bianche e rossi. Una piccola curiosità che infiammò le vendite. Un successo che, allora, ebbe breve durata e che ha ripreso la sua corsa nel 2004 diventando qualcosa di più di una moda ma un vero e proprio fenomeno commerciale. Oggi tutte le Maison de Champagne hanno un rosé nel loro portafoglio e il 10% della produzione totale è rosa. Ecco che lo Champagne rosé non è più un “capriccio occasionale” e le cantine si sono poste seriamente il problema del miglioramento qualitativo. Il prima cosa su cui riflettere è la miscelazione fra vino bianco e rosso: in tutta Europa, lo Champagne è la sola
denominazione in cui una simile pratica è ammessa. Molti storcono il naso ma, secondo Stevenson spesso la maggiore finezza si raggiunge proprio mescolando e non con la macerazione di tutta la massa a contatto con le bucce.
Altro elemento critico è il prezzo: gli Champagne rosé costano dal 20 al 100% in più di quelli bianchi. Il motivo è solo in parte nei maggiori costi di produzione, Stevenson lo attribuisce soprattutto a una strategia di marketing.
Infine una raccomandazione: i rosé sono spesso confezionati in bottiglie trasparenti quindi esposte agli effetti della luce. Bisogna evitare di comprare quelle in vetrina o sugli scaffali, perché spesso sono rovinate.
Ed ecco la selezione dei 6 migliori Champagne rosé di Tom Stevenson
2002 Dom Pérignon Rosé Brut
2002 Deutz Cuvée William Deutz Rosé Brut
2002 Roederer Cristal Rosé
Il migliore Champagne rosé non millesimato
Charles Heidsieck Brut Rosé Réserve
Il miglior Champagne rosé cantina boutique
Dosnon & Lepage Récolte Rosé
Bruno Paillard Première Cuvée Brut Rosé
A questa classifica mi piace aggiungerne una degustazione pubblicata un anno fa da Cristiana Lauro su
Intravino
Dom Perignon Rosé 2002 fra i migliori, decisamente le piace
Egly-Ouriet Brut Rosé grand cru <<Purtroppo, fatico a finire la bottiglia>>
Comtes de Champagne Rosé 2002 Taittinger <<mi ha soddisfatta>>
Beaufort Ambonnay Rosé grand cru. <<ampiamente sopravvalutato anche sui brut millesimati>>
Rosé di Billecart-Salmon <<è il solito grande classico …. ma mi annoia a morte per assenza di personalità>>
Piollot Père & Fils, Rosé de saignée <<A voi piace lo Champagne che puzza di formaggio? A me no>>
Jérôme Prévost La Closerie Fac-Simile extra brut rosé L’autrice apprezza!
Larmandier-Bernier, Rosé Extra Brut premier cru, Rosé de saignée <<Decisamente non è più quello di un tempo
Veuve Cliquot Ponsardin, La Grande Dame 2004 Rosé brut <<Questo è uno dei migliori rosé che abbia provato ultimamente>>