I Paesi dove si bevono Premium Wine
I mercati dei premium wines dove i consumatori comprano soprattutto bottiglie sopra i 10€ sono Irlanda, Hong Kong e New Zeland. Ma è sempre troppo poco
Di Donatella Cinelli Colombini
Il nome è altisonante: premium wines, ma la cifra è piccola (10€) e per arrivare in mano del consumatore a questo prezzo le bottiglie devono uscire dalla cantina a un prezzo davvero basso.
Solo i super premium cioè i vini fini, che hanno in etichetta il nome di una denominazione prestigiosa e ottengono buoni giudizi da parte dei wine critics permettono di puntare in alto nella qualità dell’uva, del vino e quindi del prezzo. Per tutti gli altri è davvero dura, anche se i consumatori non se ne accorgono. Infatti il grosso del valore finale delle bottiglie rimane nella rete commerciale.
COME SI FORMA IL PREZZO DEL VINO
Se infatti andiamo a vedere il prezzo medio di un litro di vino esportato dall’Italia viene da piangere: circa 3€ e ci sono mercati, anche importanti come la Germania, dove questa cifra scende a 2€.
Vini che escono dalla cantina a un Euro e mezzo compreso il vetro, il tappo, l’etichetta …. E per effetto dei costi di trasporto, le tasse e il ricarico dell’importatore arrivano al dettagliante a 4€, sullo scaffale a 9€ e in tavola a 14€. A conti fatti il valore del liquido che arriva nel bicchiere è meno del 10% del totale.
Un vero oltraggio nei confronti di che lavora nelle vigne e nelle cantine ma c’è poco da fare, il vino prodotto nel mondo è superiore ai consumi e questo genera una dinamica negativa. Una situazione a cui l’Europa ha cercato di rispondere con le norme che favoriscono la riduzione della superficie vitata, misure inutili e persino controproducenti visto che i nuovi Paesi produttori continuano a piantare: Cina, Argentina, Cile, Australia, Sud Africa …. Senza avere le regole europee sulla tutela dei lavoratori e dell’ambiente che fanno lievitare i prezzi. Contemporaneamente il vino italiano soffre la concorrenza di chi è meglio attrezzato sotto il profilo del marketing, come la Francia, oppure stipula accodi internazionali stipulati a livello governativo come l’Australia.
I CONSUMI DI VINO VERSO I PREMIUM WINES
Ci consola pensare che la tendenza dei consumi è nella riduzione delle quantità e nell’aumento dei valori; in altre parole bere meno ma bere meglio. Alcuni mercati sono più avanti di altri in questa direzione. La classifica mondiale esclude i piccolissimi tipo Principato di Monaco dove forse si toccano vertici difficilmente eguagliabili; troviamo solo Paesi dove il consumo di vino supera i 12 milioni di bottiglie all’anno. I dati arrivano dall’Iwsr analizzati da “The Wine Gourd” e riguardano il 2017. Prima l’Irlanda dove il 66,9% delle bottiglie in vendita costa più di 10€, segue Hong Kong (50,5%), Nuova Zelanda (47,1%), Canada (37,2%) e Australia (36,7%). Se la provincia cinese pullula di banchieri e grandi commercianti, New Zeland e Australia hanno una produzione interna di vini cari che spinge in alto i listini, mentre in quasi tutti gli stati del Canada l’importazione di vino passa attraverso i monopoli governativi che selezionano le etichette in base al rapporto qualità/prezzo per cui l’offerta commerciale ha listini piuttosto alti e questo serve anche per contrastare l’alcolismo.
I PAESI DOVE I CONSUMATORI COMPRANO I VINI PRIMO PREZZO
Nei grandi mercati i “premium wine” hanno percentuali piuttosto basse. Maglia nera la Germania dove la quota dei vini premium è il 2,7%. Nei tre maggiori Paesi produttori e consumatori le cose vanno un pochino meglio: Spagna 6,7%, Francia 7,8% e Italia 9,6%. Più bravi i consumatori USA per i quali i vini oltre i 10$ sullo scaffale sono il 22,6% del totale.
Ecco spiegato perché i turisti wine lovers che arrivano in Italia rimangono incantati dalla prospettiva di gustare tante ma proprio tante ottime bottiglie a prezzi ragionevoli. Questa è una delle chiavi dell’enorme successo del turismo enogastronomico nel nostro Paese.