I SUPERICCHI E I LORO INVESTIMENTI IN VINO

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I SUPERICCHI E I LORO INVESTIMENTI IN VINO

2022 nero per i ricchi-ricchi cioè chi possiede un patrimonio netto superiore a 30 milioni di Dollari, ma chi ha investito in vino ha salvato i suoi soldi

 

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Di Donatella Cinelli Colombini

<<Poverini!!!!>> penserete voi.

Nessuno piange di compassione, ma è bene capire come investono i paperoni che possiedono – direttamente o indirettamente – gran parte della ricchezza del mondo. Infatti, benché il mercato in cui si muovono sia diverso da quello dei comuni mortali, le loro scelte hanno un effetto sui prezzi e su tutti noi.
Il 2022 è stato caratterizzato da 3 crisi contemporaneamente: energetica, economica e politica con la guerra.

 

I SUPER-RICCHI UN POCHINO MENO RICCHI NEL 2022

The Wealth Report” n. 17 by Knight Frank, società leader nel settore degli immobili di lusso a livello mondiale, fornisce la geografia delle perdite <<l’Europa ha registrato il maggior calo della ricchezza con una discesa del 17%, seguita dall’Australia con l’11% e dalle Americhe con il 10%. L’Africa e l’Asia, a confronto, hanno registrato le riduzioni minori, rispettivamente del 5% e del 7%>>.Sempre la stessa fonte ci mostra dove sono allocati gli investimenti <<un terzo della ricchezza totale in immobili residenziali, poco più di un quarto in azioni e il 21% in immobili commerciali>>.

 

ARTE, AUTO, OROLOGI, BORSE, VINI FRA GLI INVESTIMENTI CHE RENDONO DI PIU’

E questo anche in virtù del calo dei valori degli immobili residenziali e commerciali e del reddito fisso. I paperoni del mondo fanno anche “investments of passion”, a cui è dedicato il Knight Frank Luxury Investment Index, che prende in considerazione 10 “investments of passion”, capaci di segnare, nel 2022, una crescita del 22%. Si tratta di arte, auto, orologi, borse, monete, gioielli, mobili di design, diamanti, whisky e vino.
Come giustamente nota WineNews, il vino ha avuto un progresso moderato del solo 10% <<inferiore alla media ed in calo rispetto al +16% del 2021, per un +162% negli ultimi dieci anni. Il motivo, confermando quanto già ampiamente analizzato dal Liv-ex e non solo, è dovuto al picco raggiunto dai top performer dell’indice: “la Borgogna, ad esempio, è cresciuta di oltre l’80% negli ultimi cinque anni, e ad un certo punto il mercato ha dovuto fermarsi per riprendere fiato”, ha commentato l’analista dati del settore vino Nick Martin>>.

 

LE ETICHETTE ITALIANE FRA I VINI DA INVESTIMENTO

Rimaniamo su WineNews per capire cosa succede fra le etichette italiane dei vini da investimento. Si tratta delle etichette che Liv-Ex mette in una lista di 100 vini mondiali di riferimento che somiglia a quella dei principali titoli di borsa <<escono dal Liv-ex 100 il Barolo Monvigliero 2016 Comm. G. B. Burlotto e il Soldera Case Basse 2016, sostituiti da Redigaffi 2019 Tua Rita e Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva 2016 Bruno Giacosa. Nel complesso, il numero dei vini italiani resta invariato (16), ripartito tra Toscana (11) e Piemonte (5)>>.
Lo stesso portale fornisce “Italy 100” un indice contenente 10 annate dei 10 vini più richiesti dai collezionisti. <<Confermati il Barolo Bartolo Mascarello, il Barbaresco Gaja, il Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterno, il Masseto e l’Ornellaia di Frescobaldi, il Sassicaia Tenuta San Guido, il Solaia e il Tignanello di Antinori, escono invece Barolo Francia Giacomo Conterno e Soldera Case Basse, rimpiazzati da Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva Bruno Giacosa e Flaccianello della Pieve Fontodi>>.