
Il bicchiere flûte: favorevoli o contrari?
Sono fra quelli che odiano i bicchieri flûte e anche le coppe che “infestano” le cristalliere prendendo tantissimo posto. Eppure molti insistono a usarli
Di Donatella Cinelli Colombini
Molti di noi hanno i bicchieri a coppa, magari li hanno ereditati e li conservano perché sono un dono di nozze ricevuto dalle mamme o dalle nonne. Ma sono rimasti nelle cristalliere inutilizzate per decenni. <<Come il seno di Madame de Pompadour>> dicevano gli esperti esaltando la bellezza dell’amante di Luigi XV di Francia e la storia straordinaria dello Champagne che questo bicchiere dovrebbe esaltare. Questa è anche l’opinione di Marco Cenedese ambasciatore del brand Mumm che sottolinea come, nella coppa, il

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liquido ambrato raggiunge la punta della lingua prima delle bollicine risultando delicato e ampio, mentre nel flûte acquisisce un carattere più secco e deciso. Il bicchiere affusolato che prende il suo nome dal flauto, in francese flûte, è il bicchiere da Champagne più diffuso ma anche più contestato. In un articolo di The Drinks Business, il CEO di Krug Maggie Henriquez, ha fatto questo paragone <<going to a concert with ear plugs>> è come andare a un concerto con tappi per gli orecchi.
Tuttavia, nella maggior parte dei locali francesi dedicati alle mitiche bollicine, le champagnerie, vengono usati i tipici bicchiere a ampolla che somigliano a un flûte con base tondeggiante e allargata.
Quindi il flûte ha un grandissimo numero di estimatori. Io non credo sia capace di esaltare il vino effervescente che vi viene versato ma certamente, insieme al freddo, permette di nascondere i difetti delle bottiglie di bassa qualità.

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Sono invece favorevole a una semplificazione nell’uso dei bicchieri ed ho notato che grandi fabbriche di cristalli da tavola stiano andando nella stessa direzione. E’ di qualche anno fa la proposta di Chateau Baccarat, un bicchiere dal lungo stelo con coppa dal fondo piano e dai lati quasi dritti, pensato per esaltare tutti i vini. Sulla stessa lunghezza d’onda il calice rivoluzionario creato da Luca Bini per Italesse in 3 anni di prove. Un bicchiere molto versatile perché potenzia aromi e gusto di qualunque vino anche se nasce per le bollicine.
Per lo Champagne e lo Spumante io preferisco il tulipano grande, non proprio il ballon, ma una via di mezzo fra il tipico bicchiere da vino bianco e quello adatto ai grandi rossi. Con forme ampie associo l’ingresso in bocca morbido della coppa alla migliore percezione dei profumi rispetto al flûte.