Il Gin dei Rolling Stones ha la lingua lunga

Gin-dei-Rolling-Stones

Il Gin dei Rolling Stones ha la lingua lunga

The Drinks Business, super portale inglese delle bevande, ci presenta in anteprima il Gin dei Rolling Stones in edizione limitata con il logo Hot Lips in etichetta

Logo-Rolling-Stones

Logo-Rolling-Stones

di Donatella Cinelli Colombini

Dalla band più rivoluzionaria della musica mondiale potevamo aspettarci qualcosa di più trasgressivo rispetto a una normalissima bottiglia di vetro bianco con capsula grigio scuro e un etichettta con il tradizionale simbolo degli Stones con le labbra aperte e la lingua fuori.

IL GIN DEI ROLLING STONES CON  LIPS AND TONGUE

Lips and tongue  fu disegnato dall’ inglese John Pasche per il gruppo rock nel 1970, quando era ancora studente e poi è divenuto il logo più famoso nella storia della musica. Un simbolo con evidenti connotazioni sessuali e forse un pizzico di autoironia dato che richiama le labbra di Mick Jagger. Segue gli Stones come un’ombra comparendo in magliette, boccali, stadi da concerto, cover di album e persino la fiancata dell’aereo della celebre band. Il disegno originale è nel Victoria and Albert Museum di Londra.
Il Gin dei Rolling Stones è in una miniserie di 500 bottiglie realizzate insieme a Goldy Gin presso la Thames Distillery, e costituisce la seconda collaborazione con la rock band dopo Yellow Tongue (mamma mia che nome!) nel 2018. In quel caso tutte le bottiglie furono vendute in un giorno.

SOLO 500 BOTTIGLIE DI UNO SPLENDIDO GIN CLASSICO A 50  £ L’UNA

A causa del covid la nuova serie del Gin dei Rolling Stones sarà commercializzata solo on line al prezzo di 49,99 Sterline a bottiglia.
Un prezzo più che abbordabile e l’idea è quella di <<diventare parte di qualcosa che si vuole condividere- qualcosa di piccolo, esclusivo e limitato “, ha detto Justine Oshea di Goldy Gin. E qui arriva la vera sorpresa: il Gin dei Rolling Stones è super purista, un Gin che sa esclusivamente di Gin. Niente aromi strani, nessuna delle aggiunte botaniche o aromatiche che sono proliferate negli ultimi cinque anni in corrispondenza con la crescente moda per questo distillato. Si tratta dunque di un ottimo Gin classico, con la caratteristica componente di ginepro e agrumi.
Confrontato con la miriade di personaggi da copertina che prestano il loro nome per vini e distillati con scopi evidentemente commerciali, questo progetto è davvero diverso. Una lezione rock nel vero senso della parola. Il prezzo è alla portata di tutti e il numero delle bottiglie è talmente piccolo da non poter essere considerato un’operazione speculativa. Il Gin cerca la purezza dello stile e non è uno dei tanti “famolo strano”.

MICK JAGGER E LA TOSCANA

Nel suo insieme il progetto rivela la convinzione di chi non agisce per soldi, rispetta i valori e le cose che ama.
Devo ammettere di essere cresciuta adorando i Beatles e trovando eccessivi i Rolling Stones nella convinzione che avrebbero cambiato il mondo più quelli che questi. Tuttavia ammiro sempre chi ha valori forti e in questo piccolo progetto del Gin, talmente piccolo da sembrare insignificante, vedo invece lo specchio di persone che mi piacciono molto. Se a questo aggiungiamo che Mick Jagger ha trascorso l’estate scorsa in Toscana a Bolgheri nel Castello della Gherardesca, capirete perché il mio innamoramento per loro è totale.