
Il Louvre del vino, bottiglieria TOP del mondo
La collezione di bottiglie pregiate di Michel-Jack Chasseuil considerata il Louvre del vino, verrà aperta al pubblico con un biglietto di ingresso di 500 €

Michel-Jack Chasseuil, collezione di vini
di Donatella Cinelli Colombini
Il proprietario la considera il Louvre del vino, ma in realtà il suo biglietto di ingresso costa 25 volte quello del celebre museo parigino: 20€ per vedere la Gioconda e 500€ per la collezione di bottiglie rare e costosissime di Michel-Jack Chasseuil.
Viene da chiedersi se davvero esistano luoghi da mito che i collezionisti di vino vogliono visitare ad ogni costo. Sembra strano visto che le bottiglie di vino sono comunque dei prodotti di serie e non pezzi unici come i quadri dei grandi pittori, per cui vederle dal vero non è così diverso dall’osservarle in fotografia. Al momento è esclusa l’ipotesi di assaggiare uno dei vini, cosa che renderebbe davvero irresistibile l’esperienza. L’esempio più simile è infatti l’Abbazia d’Hautvillers vicino a Épernay dove visse Dom Perignon e dove il biglietto di ingresso di 650€ comprende anche l’assaggio di 6 vini tra cui tre Plénitude vecchi di dieci o vent’anni che, da soli valgono il biglietto.
MICHEL-JACK CHASSEUIL E LA SUA BOTTIGLIERIA

Michel-Jack Chasseuil e il Louvre del Vino
Tuttavia esiste la possibilità che i collezionisti con la stessa passione e lo stesso intento speculativo che ha animato Michel-Jack Chasseuil siano calamitati da quello che viene considerato il sacrario delle bottiglie rare e costose. Anche per confrontare le proprie scelte con le sue e vedere se ci sono pezzi unici che lui non è riuscito a catturare. Va considerato che la collezione Chasseuil ha richiesto anni di ricerche personali di tutto ciò che è più raro, anticipando le mode e cercando nelle cantine dei defunti che venivano vuotate e non solo nelle aste. Alcuni cimeli sono davvero incredibili come un cognac del 1840, un tempo appartenuto ad Alain Delon oppure una bottiglia di Champagne del 1805 della cantina di Napoleone confezionata per la battaglia di Austerlitz.
IL LOUVRE DEL VINO E IL TURISMO DEI COLLEZIONISTI
Chasseuil si prepara a esporre i suoi vini, Champagne e distillati in uno spazio di 350 mq a tre metri di profondità sotto la sua villa di La Chapelle-Bâton, nella Francia occidentale. L’inaugurazione è prevista la prossima estate, dopo un anno di lavori, ma già adesso è possibile prenotare la visita.
Il 79enne collezionista aveva proposto le sue bottiglie a varie istituzioni di Parigi e Bordeaux ma senza successo. Per questo ha venduto alcune bottiglie rare ricavandone mezzo milione di Euro con cui ha creato quello che lui chiama il Pantheon del vino con sale espositive, hall di ingresso, bar e sala da degustazione.
La collezione Chasseuil si è formata a partire dagli anni ’60 e si è sviluppata soprattutto nel decennio successivo prima che il boom del collezionismo enologico mandasse i prezzi alle stelle. Comprende 50.000 bottiglie provenienti da Francia, Spagna, Italia, Portogallo e Cile.
I VISITATORI E I LADRI DEL LOUVRE DEL VINO
Nel corso degli anni Michel-Jack Chasseuil ha mostrato la sua collezione a ospiti illustri come il Principe Alberto II di Monaco, la stella franco-americana dell’NBA Tony Parker e alcuni milionari cinesi fra cui uno che si offrì di comprarla per 50 milioni di Euro. Sono proprio le richieste arrivate da simili personaggi che hanno spinto Chasseuil ad allestire il museo mettendo un prezzo di ingresso esorbitante.
Chasseuil ha inoltre la speranza che un maggior movimento e quindi la creazione di un programma di vigilanza scongiuri il ripetersi di tentativi di furto come quello di cui fu vittima nel 2014 quando cinque uomini mascherati lo torturarono rompendogli delle dita e lo minacciarono con le pistole per ore nel tentativo di farsi rivelare come aprire il sistema di chiusure e allarme elettronico che protegge la collezione. Lui resistette e riuscì poi a far incarcerare i ladri, ma rimase sconvolto dalla terribile esperienza.
Chasseuil sembra convinto che il suo “Louvre del vino” avrà successo e darà lustro a La Chapelle-Bâton che ora è un luogo semi sconosciuto, a somiglianza di quanto avvenne con Brigitte Bardot a Saint-Tropez nel 1958. Gli auguro di aver ragione ma francamente temo che il flusso dei visitatori sarà circoscritto a poche decine di grandi collezionisti.