Il signore delle guide –Giuseppe Cerasa – visto da vicino
Guida ai sapori e ai piaceri del Friuli Venezia Giulia 2019 un piccolo capolavoro che ha dietro un genio del turismo moderno: Giuseppe Cerasa
Donatella Cinelli Colombini, Toscana, Fattoria del Colle, agriturismo
Siciliano, ma proprio siciliano DOC, di quelli sicuri delle proprie idee, colto, curioso, ospitale e pieno di amici, amante dell’arte soprattutto contemporanea, coraggioso e capace di rischiare mettendoci la faccia.
Ho conosciuto Giuseppe Cerasa quando ero presidente del Movimento turismo del vino e cercavo di sviluppare la mia creatura Cantine aperte. Lui era
vicecaporedattore dell’economia a La Repubblica. Entrambi avevamo figli piccoli – lui Claudio e io Violante- consorti molto pazienti e un cane. Sua moglie Annamaria è stata, fino al pensionamento, una delle maestre elementari più brave di Roma. Maestra di vita, prima che di nozioni. Giuseppe divenne poi capo redattore della Cronaca di Roma del suo giornale e letteralmente lo reinventò diventando il quotidiano più forte della capitale. Rimase in questo ruolo per 17 anni per poi prendere in mano le guide di Repubblica. Un progetto nato con la Guida di Roma e diventato poi di respiro nazionale.
Lo scorso aprile Giuseppe Cerasa pubblica la prima guida sul vino “D-wine storie di donne e di terre da amare”. Un immenso affresco del vino italiano per la prima volta al femminile. Una rivoluzione anche questa che lo porta a Vinitaly come una ventata di nuovo.
Il 18 giugno 2018, nell’aula del Senato accademico de La Sapienza (dove si porta dietro il figlio Claudio divenuto il direttore de Il Foglio e il nipotino) gli viene conferita la laurea ad honorem in Media, Comunicazione digitale e Giornalismo. E lui spiega le motivazioni che lo spingono << Come si può creare un circolo virtuoso che possa permettere al giornalismo di non morire di autoreferenzialità e possa permettere alle giovani generazioni di provarci, di riuscire ad avere una scrivania, un computer, un luogo dove scrivere?>>Da queste convinzioni discendono guide <<Friuli Venezia Giulia, ponte verso il cuore
dell’Europa, ambasciatore d’Italia nel mondo, è ancora una volta terra di sorprese, di immagini evocative, di storie coinvolgenti, di personaggi che meglio di tutti sanno raccontare questo passaggio lento, sospeso fra antico e futuro, senza mai perdere l’identità.
Ed eccoci dunque a questa spettacolare Guida ai sapori e ai piaceri del Friuli Venezia Giulia. Non solo storia, non solo gastronomia, non solo natura ma un mix che alla fine arricchisce i turisti per esperienza diretta. Ecco che scopriamo il motivo della somiglianza fra svedesi, ungheresi e friulani dal comune ceppo Longobardo: il nome della regione Friuli dipende dalla fondazione di Cividale da parte di Giulio Cesare, che ne fece un Forum Iulii cioè un mercato. Ma la storia locale comincia molto prima, nel Neolitico (4000 anni avanti Cristo) nelle palafitte del parco di Palù Livenza, dove è possibile assaggiare, al ristorante, gli stessi pesci d’acqua dolce di questi antichi progenitori.
La guida continua a insegnarci attraverso esperienze dirette e il consiglio su dove dormire non riguarda un 5 stelle lusso, ma un B&B all’Abbazia di Aquileia presso il giardino Beleno, dedicato al dio Odino venerato dai Celti che abitavano il territorio prima dei romani. Oppure potete dormire a Palazzo Lantieri a Gorizia come fecero, nel passato, Goldoni, Casanova e Goethe. Ecco che lo shopping ci porta nella casa medievale di Cividale che, allora come oggi, è abitata da una bottega orafa.
Una storia che passa per Napoleone, l’arrivo degli austriaci fino alla Prima Guerra Mondiale, nei cui luoghi ci fa da guida Ungaretti.
Poi ci sono i testimoni di questa terra, voci narranti molto diverse fra loro: Bobby Solo cantante, Primo Carnera pugile, Manuela Di Centa sciatrice olimpionica, Giannola Nonino maestra distillatrice di grappa… e i personaggi che sono vissuti qui: James Joyce, Ernest Hemingway… e c’è l’invito a comprare le loro opere nella libreria di Umberto Saba, grande poeta triestino.
Infine un tripudio di sapori; nella guida c’è di tutto, da dove comprare la pitina, al ristorante che coltiva e serve fiori commestibili e poi i piatti tipici come i cjarsons o i canederli per non parlare dei vini a cui è dedicata un’intera sezione con l’invito ad andare in cantina.
Dunque prima cosa comprare la guida e poi fare un viaggetto in Friuli Venezia Giulia per riscoprire il cuore d’Europa.