IL VINO E LO SCIMPANZE’
La vite diffusa dagli uccelli che mangiavano l’uva e metabolizzavano l’alcol e le scimmie più capaci di mangiare frutta fermentata che diventano umani
Di Donatella Cinelli Colombini
Ho sentito questo racconto, per la prima volta, circa un anno fa, per bocca di Luigi Moio, Presidente dell’OIV cioè dell’ONU del vino, l’organismo che riunisce quasi tutti i Paesi produttori di vino del mondo e media sulle loro esigenze dando ai governi una soluzione condivisa.
IL PROFESSOR MOIO E GLI SCIMPANZE’ CONSUMATORI DI FRUTTA FERMENTATA
Il Professor Moio raccontò la storia del vino partendo dagli scimpanzè che mangiavano la frutta caduta a terra e leggermente fermentata. Frutta in cui una parte delle molecole di zucchero si erano trasformate in alcol. Ebbene gli scimpanzè capaci di metabolizzare queste molecole diventavano più forti, socievoli e vivaci prevalendo sugli altri e facendo quella selezione della specie efficacemente descritta da Darwin, che porta alla razza umana. Durante lo scorso Vinitaly ho letto un articolo de Il Gusto, supplemento de La Repubblica, intitolato “L’uomo, l’alcool e la variante proteica dello scimpanzè”. L’inizio è molto tecnico con la spiegazione della molecola dell’alcool etilico e della sua straordinaria capacità calorica, biochimica e neuroattiva. Poi cominciano le sorprese.
GLI UCCELLI MANGIATORI D’UVA E LA DIFFUSIONE DELLE VITI NEL MONDO
Nella diffusone della vite hanno un ruolo determinante gli uccelli che, mangiando acini maturi, metabolizzano la buccia e il succo ma non il seme, cioè il vinacciolo che viene rilasciato con gli escrementi anche a molti chilometri di distanza dando origine a nuove piante. Visto che nelle bacche mature si innesca spontaneamente la fermentazione, gli uccelli mangiatori d’uva, dovevano avere un buon numero di enzimi capaci di metabolizzare l’alcol. In proporzione più di un elefante. Ed è anche probabile che l’energia rilasciata dall’alcol abbia avvantaggiato gli uccelli migratori che partivano nel tardo autunno cioè quando l’uva, anche selvatica, era matura e la potevano mangiare.
LE SCIMMIE CHE DIEDERO ORIGINE ALLA RAZZA UMANA AVEVANO L’ENZIMA CHE METABOLIZZA L’ALCOL
La seconda sorpresa riguarda le scimmie. Pare che gli enzimi capaci di metabolizzare l’alcol fossero presenti nei primati circa 50 milioni di anni fa, ma circa 10 milioni di anni fa i nostri progenitori scimpanzè o gorilla svilupparono una variante proteica 40 volte più efficace nel metabolizzare l’alcol presente nella frutta fermentata. Fra tutti i frutti, l’uva è uno dei più ricchi di zucchero e quindi più capace di produrre alcol. E’ da supporre che gli effetti euforizzanti dell’alcol e quindi la maggiore socializzazione abbia favorito le scimmie più capaci di mangiare i frutti e soprattutto i grappoli d’uva surmaturati e le abbia fatte diventare dominanti fino a trasformarle in uomini e donne.
Alla faccia di quelli che dicono che il vino fa male! Senza il consumo di alcol da parte delle scimmie noi umani non ci saremmo.