Italiani 2016: diversi dal passato e da come vorremmo 

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Italiani 2016: diversi dal passato e da come vorremmo 

Superstiziosi, giocatori, sempre con gli occhi sullo smartphone, magri e bravi nella scelta del cibo ma attratti dal cannabis e dagli antibiotici

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Di Donatella Cinelli Colombini, Toscana, agriturismo, Fattoria del Colle

Il rapporto Coop su “Consumi e distribuzione 2016” parte da un’analisi economica e politica di eccellente lucidità per poi mettere sotto la lente di ingrandimento i nostri vizi e virtù. Il ritratto è diverso da come pensavamo di essere e soprattutto da come eravamo prima della crisi. Albino Russo, che stimo da anni come uno dei migliori analisti italiani, si concentra su dati sociologici e economici e non sui “tratti di colore” in cui invece io richiamo la vostra attenzione.
Ogni giorno 25 mila italiani vanno da un veggente, guaritore o cartomante per cui il giro d’affari di questi operatori dell’occulto è di 6,5 miliardi di Euro all’anno. L’occulto avanza soprattutto in Internet e nel Nord Italia con Torino che vince la classifica.

Italiani-e-e-commerce-Rapporto-COOP

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Lo smartphone è diventato un prolungamento del braccio degli italiani. Sugli avvisi di notifica siamo primi in Europa. Il 74% degli italiani lo guarda mentre è con gli amici, il 60% a pranzo o a cena, il 42% nelle riunioni di lavoro e il 20% mentre guida. In altre parole non riusciamo a staccarci. Per più di due ore al giorno gli occhi degli italiani guardano li.
Ma quali sono i profili più seguiti dagli italiani su Twitter? Valentino Rossi, Balotelli, Papa Franesco, AC Milan, Jovanotti. Cosa interessa: al primo posto l’ambiente, poi internet, disoccupazione, sicurezza alimentare, evasione fiscale e Papa Francesco. Cosa non interessa: al primo posto Berlusconi, poi partiti, politici, Grillo, Salvini, Sindacati, Renzi C’è un tono molto aggressivo on line, il tracciato delle parole chiave mostra pochi argomenti e molte parolacce … più che dei talk show che pure fanno sfoggio del turpiloquio.

Rapporto-Coop-2016-sugli-italiani

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Crescere un figlio costa 85.000 € in Italia, praticamente ci vogliono gli stipendi di 4 anni di lavoro. La seconda casa, sogno borghese del boom economico, oggi si usa poco e si affitta molto oppure si presta agli amici. Airbnd ha cambiato il modo di pensare e 82.900 italiani ha deciso di affittare il proprio alloggio.
Meno vino o birra nei consumi regolari e più alcolici, aperitivi e amari. In contemporanea aumentano i comportamenti pericolosi come le bevute di alcolici in sequenza veloce (binge drinking) o il fumo da adolescenti. Anche i consumi a rischio aumentano: un uomo su dieci fa regolarmente uso di cannabis. Per il consumo di cocaina siamo secondi, in Europa, solo alla Spagna.
Insomma amiamo il pericolo e infatti anche nel gioco d’azzardo gli italiani mettono l’astronomica cifra di 88,2 miliardi di Euro di giocate ogni anno.
Ma a tavola, invece, siamo terrorizzati dai cibi che potrebbero farci male. Il consumo di carni rosse e di insaccati è letteralmente crollato quando si è diffusa la notizia della loro correlazione con il cancro. Nella nostra tavola crescono frutta, verdura, cibi etnici ma anche i supercibi che dovrebbero proteggerci da tutte le malattie: quinoa, zenzero, curcuma e amaranto. Cresce anche il consumo di cibi bio e calano gli sprechi alimentari. I cambiamenti nella dieta danno dei buoni risultati: non ci crederete ma siamo i più magri d’Europa. Il maggior numero di persone obese in Molise e Campania mentre quelli in peso forma sono soprattutto in Trentino, Val d’Aosta e Piemonte. Nel mondo, i grassi sono in USA, Grecia e Belgio.
Pensate che nella finanza pubblica il contrasto al fumo o i problemi legati all’obesità pesano quanto la lotta al terrorismo. Nonostante lo sforzo salutistico nella dieta quasi un ventenne su quattro fa uso di psicofarmaci. Il consumo di medicinali contro l’insonnia o l’ansia è il 10% più alto della media EU. Insieme ai greci siamo quelli che usano più antibiotici ma risultiamo fra i meno informati da questo il dubbio che se ne faccia un’abuso.
Uno delle cose che preoccupa di più, oltre l’occupazione, sono i flussi migratori. Le comunità straniere presenti in Italia provengono da: Romania 1,5 milioni, Albania 467 mila, Ucraina 230 mila. Ma la criticità più percepita sono i mussulmani. I Paesi che ne hanno accolti di più in Europa sono la Germania e la Francia con oltre 4 milioni e mezzo ciascuno. Da noi ce ne sono 220 mila. Se andiamo a vedere le percentuali rispetto alla popolazione totale ci accorgiamo che la Francia è in testa con il 7,5% poi Belgio e Olanda intorno al 6% mentre in Italia la percentuale scende al 3,7. Dei dati che sembrano in diretta correlazione con le aree di maggiore tensione soprattutto per i recenti attentati.
Tuttavia se andiamo a vedere quali sono le nazioni dove la paura del terrorismo è più forte troviamo Paesi completamente diversi: nell’ordine Ungheria, Italia e Polonia. C’è da pensare che la distanza fra la presenza reale e quella percepita dei mussulmani dipenda soprattutto dai mass midia.
Ultimo spunto di riflessione sulle donne. Se l’italia conseguisse l’obbiettivo del trattato di Lisbona cioè il 60% delle donne occupate, farebbe fare un balzo in avanti del 7% al PIL. Per ogni 100 donne che lavorano si crea la necessità di 15 nuovi occupati nei servizi: pasti pronti, lavanderia, babysitting…. Purtroppo siamo lontanissimi dall’obiettivo, in Italia solo il 47% delle donne ha uno stipendio, come in Grecia. Peccato!