La sostenibilità contagiosa delle Donne del Vino secondo Marta Galli
Arriva sul Journal internazionale “Sustainability” lo studio di Marta Galli sulle convinzioni ambientali delle Donne del Vino e scopriamo che sono “contagiose”
di Donatella Cinelli Colombini
IL SONDAGGIO DI MARTA GALLI
Questo è il primo esito del sondaggio condotto da Marta Galli, erede della nota dinastia dell’Amarone della cantina Le Ragose e dottoranda presso l’Università del Sacro Cuore di Milano che ha lavorato su un campione di 23 interviste insieme alle professoresse Roberta Sebastiani e Alessia Anzivino dello stesso ateneo. Lo studio è stato pubblicato sul Journal internazionale “Sustainability”, ed ha quindi un imprimatur scientifico di livello internazionale.
LA DIFESA AMBIENTALE FATTA IN GRUPPO HA RISULTATI FORTI
E’ emerso come le Donne del Vino percepiscano i valori promossi dall’associazione come un patrimonio comune e condiviso. Fra essi l’ambiente, tema a cui sono state dedicate le annate 2020 e 2021, è fortissimo nel vissuto individuale delle socie. Esse non sono solo colleghe, ma anche amiche e l’appartenenza all’Associazione permette loro di scambiare esperienze, conoscenze e opportunità. Il sentirsi parte di un gruppo che cammina nella stessa direzione fa sperare in risultati più forti per i propri contributi individuali e rafforza la volontà di andare avanti. Durante le interviste le socie hanno sottolineato come per loro sia fondamentale un’azione congiunta di tutta la comunità per preservare il proprio territorio e la biodiversità.
PER LE DONNE DEL VINO ESSERE SOSTENIBILI E’ UN PUNTO DI PARTENZA
Per le Donne del Vino, essere sostenibili è un punto di partenza e la base del proprio operato e non un punto di arrivo o uno strumento di marketing. Il rispetto ambientale, viene percepito come un processo di continua crescita nel quale corsi, webinar e incontri, hanno un ruolo strategico per motivare e accrescere le competenze. E le proposte formative delle Donne del Vino, spesso sviluppare online nei mesi di lockdown, hanno funzionato alla grande.
Le attività preesistenti vengono modificate con nuove pratiche e maggiore uso della tecnologia con l’obiettivo di una maggiore attenzione alla natura.
Assistiamo quindi a un “effetto domino” che accelera le azioni in favore di ambiente e comunità locale, in ogni parte d’Italia. Far crescere sentimenti come “posso fare di più” e ancora “ce la possiamo fare se stiamo insieme” oppure “ti mostro come faccio io” è un enorme risultato. I social media hanno un ruolo determinante nella crescita di questa comunità di intenti.
<<La ricerca ha evidenziato come le Donne del Vino giochino un ruolo fondamentale sia nella gestione del patrimonio di conoscenza, sia nella divulgazione dei valori fondanti di rispetto per la natura, le persone e la comunità di ciascuna area italiana>>.
TROPPA BUROCRAZIA E TROPPI CERTIFICATORI PER LA SOSTENIBILIA’ DEL VINO
Il vino e in generale l’agricoltura italiana sono afflitti da un male burocratico grave. Anche il settore delle certificazioni è pieno di agenzie, tipologie, masse di adempimenti che sconcertano i titolari delle imprese. C’è il Biologico normale e quello riconosciuto in Usa. Esiste il Biodinamico ma chi certifica è un’agenzia privata per cui il titolo non è riconosciuto dagli organi pubblici. C’è Equalitas che abbraccia tutte le attività aziendali ma è difficile e lungo da mettere in pratica. Soprattutto c’è il pasticcio dei sistemi elettronici pubblici che non dialogano fra loro e costringono i vignaioli a trascrivere più volte lo stesso dato come gli amanuensi medioevali….. Alla fine lo scoraggiamento è inevitabile.
La tenacia delle donne è fondamentale per farcela.
Ma serve anche lo sguardo lungo tipico di chi è madre o nonna, l’attaccamento alla comunità locale e alle tradizioni familiari. Sentimenti che dentro l’associazione Donne del Vino si sono trasformati in progetti per la salvaguardia dei vitigni reliquia, dei vigneti storici e più recentemente sulla riduzione dell’uso dell’energia in cantina e negli imballaggi. L’ultima azione è sull’uso del vetro leggero. <<Dalla ricerca è infine emerso come nel settore vitivinicolo questi valori siano una priorità in un’ottica di preservazione del patrimonio culturale e naturale di ciascun territorio per le future generazioni. Parere unanime è risultato che la natura sia un regalo e il suo rispetto la base per la produzione di vini di alta qualità>>.