La vendita di Vietti e l’importanza dei miti del vino

Barolo-Giacomo-Conterno

La vendita di Vietti e l’importanza dei miti del vino

La vendita di Vietti ha scosso esperti e wine lovers di tutto il mondo. Cosa succederebbe se cambiasse proprietario una cantina ancora più celebre?

Barolo-Giacomo-Conterno

Barolo-Giacomo-Conterno

Di Donatella Cinelli Colombini, Brunello, Casato Prime Donne

Tutto inizia nel marzo 2015 quando la cantina Gigi Rosso mette in vendita una proprietà di 9 ettari con bosco per il tartufo e cinque ettari vitati fra cui la vigna Arione una delle più belle di Serralunga d’Alba. La cifra dichiarata di 7 milioni di Euro sembra sufficiente a scoraggiare qualunque prelazione e invece un confinante si fa avanti e compra. E’ Roberto Conterno titolare della cantina Giacomo Conterno.
Un prezzo che fa lievitare le quotazioni dei vigneti in tutte le Langhe e sembra bloccare il mercato perché chi vende chiede cifre astronomiche. Una preoccupazione che mi è stata più volte sottolineata durante gli incontri con le produttrici piemontesi <<sono prezzi assurdi, molto superiore al reddito dei vigneti, come facciamo a espanderci in questa situazione? >>

Ventita-Vietti-vecchi-e-nuovi-proprietari

Ventita-Vietti-vecchi-e-nuovi-proprietari

Nonostante questo nel luglio 2016 i Poderi Luigi Einaudi, azienda fondata nel 1897 a Dogliani annuncia l’acquisto di 9 ettari di vigna di cui 4 di Barolo. La cifra non viene resa nota ma si parla di un’ acquisizione importante di 6 milioni di Euro.
Quasi contemporaneamente arriva una notizia bomba, che scuote esperti e appassionati di tutto il mondo e fa salire ancora le quotazioni: la vendita di Vietti per 60 forse 70 milioni di Euro. L’acquirente è Kyle Krause CEO di una catena di negozi di prodotti per la casa Kum & Go e della società Solar Transport . Mia figlia Violante che ha incontrato il giovane Krause lo descrive come una persona affabile e affascinata del mondo del

Vietti-famiglia

Vietti-famiglia

vino dove la famiglia aveva investito un anno fa comprando la cantina Enrico Serafino di Canale. Con molto buon senso i Kause hanno deciso di mantenere nelle cantine Vietti Luca Currado vecchio proprietario e enologo dell’azienda ma questo non basta a calmare l’effetto della notizia nei media esteri: non escono listati a lutto ma poco ci manca. Il portale Wine Business International ha titolato l’articolo “Capitalism comes to Barolo” che descrive la vendita quasi come un tradimento. Il “Wine Spectator pubblica due editoriali di James Laube e Matt Kramer che esprimono un vero shock.
<< There was a time not all that long ago when the communes of Barolo and Barbaresco, along with most wine regions in Italy, were ultraconservative

Barolo-Vietti

Barolo-Vietti

traditionalists>>. Al di la dell’ammirazione per Angelo Gaja e le sue innovazioni è il fascino del passato che fa battere il cuore degli esperti <<Vietti has long been a favorite of mine. The wines have maintained their quality over the years, while still reflecting heritage and authenticity.>> Vietti viene descritto come l’autore di un ponte fra passato e presente per la produzione di vini più immediatamente godibili ma capaci di grandi invecchiamenti.
Anche Kramer esprime la stessa nostalgia << Never mind the romantic vision of italian wine families farming into eternity ….. More dramatic is the change in wine itself>> Il cambiamento del vino mondiale viene descritto con i suoi pro e i suoi contro, con la riduzione dei difetti ma la contemporanea omologazione dei caratteri a cui si oppongono produttori che invece guardano al passato.
Una reazione forte, che fa temere il peggio nel caso avvengano vendite eccellenti come quella di Giacosa nel Barolo, Quintarelli nell’Amarone o di Biondi Santi nel Brunello. Una reazione che richiama nella mia mente quando le cantine Ricasoli del Castello di Brolio furono vendute alla canadese Seagram’ s e il Chianti crollò nei mercati di tutto il mondo. Il Barone Francesco Ricasoli ha ricomprato l’azienda nel 1994 e l’ha riportata al successo internazionale ma in mezzo ci sono stati anni davvero bui.
Con l’attuale situazione dei prezzi e la voglia di grandi griffe del vino da parte di banche, grandi industriali e persino artisti c’è da chiedersi se i vignaioli più eccellenti riusciranno a resistere alle tentazioni e il mondo del vino saprà trovare un equilibrio interno.