
LE DONNE ITALIANE SONO DAVVERO CENERENTOLE
Le donne sono laureate, intraprendenti ma lavorano in modo precario e part time. 651mila sotto i 35 anni hanno smesso di studiare e cercare occupazione

Fattoria del Colle Toscana Staff Turismo
Di Donatella Cinelli Colombini
L’Italia è l’ultima in Europa. I dati sono addirittura peggiorati negli ultimi anni. Tra il 2019 e il 2022 il lavoro indipendente femminile è diminuito del 5,8%.
Il problema ha varie facce. Il lavoro delle donne è più precario di quello dei colleghi maschi. Sono a tempo determinato il 38% dei contratti femminili e il 43% di quelli del sesso forte.
Le donne hanno un carico di impegni familiari maggiore e questo le conduce spesso ad optare per il part time. Parliamo di più della metà dei contratti attivati alle donne nel 2022. Nel 2021 l’incidenza di donne occupate in modo parziale supera di circa 15 punti la percentuale degli uomini e di 22 punti quella europea.
651 MILA DONNE SOTTO I 35 ANNI CHE NON LAVORANO, NON STUDIANO E NON CERCANO LAVORO
Ma il dato più triste e più preoccupante sono le 651mila giovani donne che non studiano, non lavorano e non cercano occupazione. Sono il 71% dei Neet under 35 cioè della “generazione perduta” quella che ha rinunciato al proprio futuro.
Basta con gli interventi-spot, esorta la presidente di Donne Impresa Confartigianato, Daniela Biolatto presentando il report alla Convention di Donne Impresa Confartigianato.
Mi associo <<basta interventi spot>> danno visibilità ai politici ma non servono ai cittadini. Senza una visione, senza un obiettivo, è difficile costruire un progetto di vero cambiamento. Invece per le donne italiane è urgente invertire la rotta perché dopo la pandemia la componente femminile dell’economia ha subito una flessione del 3,6% del valore aggiunto, con cali più marcati nei settori della ristorazione (-28,7%), della moda (-19,9%), dei servizi alla persona (-16,3%).
Il recente rialzo dei tassi, voluto dalle autorità monetarie, porterà a un aumento dei costi per prestiti e mutui. Un problema in più per le donne che, come tutti sanno, hanno più difficoltà degli uomini con le banche.
L’INVESTIMENTO SUI VECCHI BATTE QUELLO SULLE GIOVANI FAMIGLIE 17 A 1
Diventa ancora più urgente mettere in piedi una politica di welfare che consenta alle donne di conciliare il lavoro con la cura della famiglia. L’Italia è un Paese di vecchi e pochissime risorse vanno alle famiglie giovani. La proporzione è di 17 a 1. Una situazione che ci colloca in ventiquattresima posizione fra i 27 Paesi europei. Infatti in 3.400 comuni italiani c’è una grave carenza di asili nido.
Nonostante tutto, le donne italiane sono le più intraprendenti d’Europa con il maggior numero di imprenditrici e lavoratrici autonome 1.469.000 e un ottimo tasso di istruzione (41% di laureate mentre gli uomini si fermano al 21.4%).
Non mi scoraggio ma vorrei un veloce cambio di rotta perché conviene a tutti usare meglio un capitale umano di laureate talentuose che attualmente lavorano come precarie o part time.